6:05 am, 2 Luglio 14 calendario

Italia un Paese fuori servizio

Di: Redazione Metronews
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Roma. La dura crisi economica e le politiche di taglio alla spesa pubblica soffiano sul fuoco della protesta: nel 2013 infatti sono state 2.339 le proclamazioni di sciopero poste in essere in tutti i settori dei servizi pubblici essenziali. La sola Roma è stata interessata da ben 20 giornate di sciopero. È il Garante dell’attuazione della legge sullo sciopero, Roberto Alesse, a fotografare così il livello di conflittualità del Paese nei servizi essenziali. A fronte di questo, le controversie, almeno le più grandi, sembrano ancora tutte aperte. Vertenze risolte? «Non nell’ultimo anno, se non localmente», ammette l’Usb.
Tensione sociale
Una situazione innescata dalla recessione che ha investito gran parte dei Paesi dell’euro-zona ma che «contribuisce a mantenere, in Italia, la tensione sociale oltre un certo livello d’allarme», alimentata, dice, non solo «dai mancati rinnovi contrattuali» ma anche dalla «sensibili riduzione dei livelli occupazionali». Se poi gli scioperi «effettivamente posti in essere scendono a 666», questo non attenua la «preoccupazione» del Garante per alcuni fronti più caldi di lotta, dal settore raccolta e smaltimento dei rifiuti al trasporto pubblico locale fino al trasporto aereo e ferroviario. Per contrastare «la logica dell’utilizzo sconsiderato del diritto di sciopero» serve recuperare «il valore della concertazione nel governo del conflitto», sottolinea il Garante.   I fronti caldi
Nel 2013 il Garante ha elevato sanzioni a sindacati e aziende per 113.700 euro: a guidare la classifica il trasporto aereo. Il settore igiene ambientale, che nel 2013 ha collezionato 186 azioni di sciopero, denuncia «una situazione autenticamente patologica». Non meglio il settore delle pulizie e multiservizi e  quello dei  trasporti (aereo, marittimo, ferroviario e su gomma) che accumula circa 293 scioperi. Per il trasporto pubblico, dito puntato sulle Regioni «che spesso hanno impegnato gli appositi fondi per far fronte ad altre emergenze, come quella della sanità». Settore, quest’ultimo, dove  la conflittualità è decisamente in salita: le proclamazioni sono aumentate del 70% in un anno.
 La Cgil Settori pubblici
«In Giappone i lavoratori vanno al lavoro con una fascia nera al braccio, a  testimoniare il proprio disagio». Una forma civilissima di protesta, spiega Michele gentile, responsabile settori pubblici della Cgil. In Giappone nessuno si astiene dal lavoro. Perché da noi non è possibile?Queste forme alternative, per funzionare, hanno bisogno di riconoscibilità… Oggi, figuriamoci, che in Italia è in discussione persino quella dello sciopero. E se sciopero deve essere, questo poi aiuta a risolvere le vertenze? Nell’ultimo anno, localmente, si sono sbloccate situazioni importanti come quelle degli appalti delle pulizie nelle scuole, in stallo per  mesi. 
Usb, settore trasporti
«La strada della concertazione non ha portato nessun frutto». Francesco Staccioli, esecutivo nazionale trasporti Usb, spiega che lo sciopero è «un obbligo per difendere i propri diritti, la fine di un processo che inizia con una violazione o un mancato riconoscimento». Un esempio su tutti? «Il trasporto aereo: sono in ballo 10 mila posti su 50 mila addetti. Quali strumenti abbiamo per contrastare la mala gestione e la mancanza dello Stato, se non lo sciopero?».
 
(s.b)

2 Luglio 2014
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