Trentamila bottiglie di Brunello taroccato
Siena. Vastissima operazione ieri in tutto il centro-nord Italia, a tutela dei consumatori e del made in Italy, volta a sgominare una vasta frode agroalimentare nella vendita all’ingrosso e al dettaglio di vino “Brunello di Montalcino” falso e di altri vini Docg di fama internazionale. Sono stati sequestrati numerosi ettolitri di vino sfuso pronti per la vendita nei mercati internazionali e sono state sequestrate oltre 30mila bottiglie già etichettate con il noto marchio e documenti di certificazione qualità falsi. Decine le perquisizioni effettuate, con il coordinamento del comando provinciale dei carabinieri di Siena con l’ausilio del Nas di Firenze, dei comandi dell’arma e dell’ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi nel settore agroalimentare per la Toscana e l’Umbria in cantine, centri d’imbottigliamento, supermercati ed enoteche in Toscana, Umbria, Liguria e Lazio. Fabrizio Bindocci, presidente del consorzio del Brunello di Montalcino ha annunciato che lo stesso consorzio si costituirà parte civile e chiederà i danni.Secondo un’analisi della Coldiretti, dall’inizio della crisi sono più che raddoppiate le frodi nel settore del vino e degli alcolici con un incremento record del 102% del valore delle bottiglie sequestrate perché adulterate, contraffate o falsificate. L’analisi è stata effettuata sulla base dell’attività svolta dai Nas dal 2007 al 2013. Lo scorso anno sono stati sequestrati vini e alcolici per 31 milioni di euro. Intanto la commissione d’indagine parlamentare contro la contraffazione ancora non ha cominciato i lavori. «Abbiamo più volte dovuto rinviare perchè la maggioranza non trova un accordo sulla presidenza. Una questione di poltrone insomma», denuncia Filippo Gallinella, deputato M5S della Commissione Agricoltura.
“I nostri controlli sono tra i migliori al mondo”
«In Italia il sistema di controllo della qualità dei cibi è tra i migliori al mondo»: ad assicurarlo è Stefano Vaccari, Capo dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle Politiche agricole.
Eppure i sequestri di questi giorni non fanno stare proprio tranquilli.Il rischio è più basso che nel resto d’Europa, da noi l’attenzione all’agroalimentare è ai massimi. Nel caso del vino sequestrato, c’è stato un grande lavoro di osservazione dei soggetti a rischio. Le ditte usavano contrassegni di Stato (fascette con la scritta Dop, fatte dal poligrafico dello Stato) falsi, stampati da una tipografia.
Il comparto è quindi migliorato rispetto al passato? Certamente si. Tutti in Italia ora si sono accorti che l’agroalimentare per il Paese è fondamentale e tutelarlo è un dovere primario. Per questol’Italia continua la sua battaglia per ottenere l’etichetta d’origine della materia prima anche dei prodotti trasformati, che l’Unione europea non vuole ancora abbracciare con decisione, come dimostrano le resistenze di alcuni Paesi.
EsportazioniCon un aumento record del 7%, l’export di vino italiano ha raggiunto nel 2013 il record di 5 miliardi. La produzione di Brunello nel 2013 è stata di 8,1 milioni di bottiglie per un fatturato di 165 milioni di euro con la quota destinata alle esportazioni che è salita al 67 per cento, oltre 2 bottiglie su 3.
(Valeria Bobbi)
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