Per Sala una pausa di riflessione in attesa del premier Renzi

“La gravità dei fatti emersi oggi (ieri, ndr), l’importanza dell’Expo per l’Italia e l’assoluta convinzione che la legalità sia il valore fondante del lavoro di chi opera per il Paese, mi obbligano a riflettere a fondo sulle modalità di conduzione di Expo nel suo ultimo anno di preparazione”.  È uno dei passaggi contenuti nel comunicato emesso ieri sera dall’ad di Expo, Giuseppe Sala, alla fine del Cda convocato d’urgenza dopo l’arresto del  direttore Pianificazione e Acquisti di Expo, Paris.
“Per questo, in vista dell’incontro di martedì con il Presidente del Consiglio, intendo esaminare quali siano le migliori condizioni di lavoro della Società nell’esclusivo interesse dell’Expo, del Paese e dell’assoluto rispetto della legalità”, ha continuato Sala.
Come dire: attendo la piena fiducia del Premier per confermare che andrò avanti. Non bastano quindi le attestazioni di fiducia di Maroni, Pisapia e anche della magistratura (che ha sottolineato come Sala sia estraneo ai fatti e come sia intervenuta celermente per evitare il blocco dell’operatività dei cantieri).
Si dovrà attendere quindi fino a martedì per la sicurezza, ma appare chiaro che senza Sala, l’Esposizione non si farà, eventualità che l’Italia non può permettersi.
Intanto, però, dalla lettura delle carte, si evince come gli appalti siano stati gestiti e pilotati da una “cupola” i cui interessi originavano dalla sanità (le indagini erano partite dall’interesse della ‘Ndrangheta nella Sanità lombarda, inchiesta che vede implicato l’ex consigliere azzurro Guarischi e che lambiscono l’ex presidente Formigoni), passavano per l’appalto da 350 milioni di euro della Città della Salute di Sesto e arrivino fino alle Vie d’Acqua e alle Utilità del sito di Rho-Pero (appalti regalati da Paris alla ditta Maltauro, che versava a  Frigerio-Greganti-Grillo 40 mila euro al mese). Evidentemente qualcosa deve cambiare nelle regole e nei controlli.
andrea sparaciari