8:31 pm, 20 Marzo 14 calendario

Tra Renzi e Barroso stoccate e sorrisi

Di: Redazione Metronews
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Bruxelles. Comincia con qualche scintilla a distanza e termina con una apparente “piena condivisione” dopo un faccia a faccia, il confronto tra Matteo Renzi e Josè Manuel Barroso sul tema delle riforme e del rispetto dei vincoli Ue. Poco prima del colloquio a Bruxelles, il presidente della Commissione Ue aveva anticipato di aver «preso nota delle dichiarazioni di Renzi a Berlino, sul suo impegno in un ambizioso programma di riforme e anche nel rispetto di tutti gli impegni europei». Frasi interpretate come una nuova messa in guardia verso Palazzo Chigi. E a stretto giro, il presidente del Consiglio aveva controbattuto che «l’Italia sta rispettando tutti i vincoli. L’Italia è uno di quei Paesi che i vincoli li rispetta». Poi i due si sono incontrati e, dopo un’ora di colloquio, Barroso ha inquadrato così l’esito del summit: «Un colloquio molto positivo, l’Europa sosterrà le riforme in Italia». Incontrando i rappresentati delle Regioni e dei Comuni, Renzi ha anticipato che metterà sul tavolo del Consiglio europeo la richiesta che i Fondi strutturali vengano esclusi dai vincoli del Patto di stabilità e che anche gli investimenti per l’edilizia scolastica e il dissesto idrogeologico non siano conteggiati nel Patto.
Svincolo fondi strutturali è una “missione impossibile”
«Penso che più che chiedere l’esclusione dei fondi strutturali dai vincoli posti dal Patto di stabilità, cosa difficilmente ottenibile e per certi versi discutibile, sia meglio sollecitare una revisione delle regole». Così il professore Tito Boeri, economista de Lavoce.info sulla proposta che il premier Renzi intende avanzare al Consiglio europeo.
Ci ha già provato il governo precedente, senza successo.
Il punto centrale è che i fondi strutturali oggi sono gestiti davvero molto male: vengono dati direttamente alle Regioni che li spendono in una miriade di piccoli progetti.
Come “riformarli”?
Bisognerebbe chiedere di consentire che possano essere usati per un fondo di garanzia, per l’accesso al credito delle Pmi; oppure per finanziare riforme strutturali. Affidandoli direttamente alla gestione del governo.
 
(Metro)

20 Marzo 2014
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