IMPOSSIBLE COM REALIZZA I SOGNI

intervista – «Inizierò col chiamarlo Possibile, suona meglio»,  dice sorridendo Lily Cole a proposito della sua nuova creatura Impossible.com, un social network “altruistico” progettato per incoraggiare le persone a mettere a disposizione competenze e servizi in via gratuita ad altri utenti specifici. Il progetto, che nasce col supporto di Kwame Ferreira (fondatore di Kwamecorp), del fondatore di Wikipedia Jimmy Wales e dell’inventore del World Wide Web Tim Berners- Lee, è destinato a decollare. L’unica moneta? Generosità e gratitudine: «Quello che conta è il valore, non i soldi», dice la Cole.
Impossible.com è una risposta alla recessione?
Non in modo diretto. Nasce piuttosto dalla riflessione filosofica sul fatto che in corrispondenza di una fase di recessione anche la società si paralizza. Se ci pensate, ognuno ha competenze, tempo, risorse, non c’è ragione perché la società non possa continuare a organizzarsi.
Crede che gli esseri umani siano intrinsecamente buoni?
Sì, e la gente me lo ha dimostrato finora…
Ha mai aiutato personalmente qualcuno attraverso Impossible.com?
Sì. Ricordo, fra tante una persona che voleva migliorare il suo inglese. Era a Manchester così lo ho incontrato di persona. Un altro suo desiderio era poter aiutare un senzatetto alla fine della sua strada. Ho finito per comprare una tenda dove potesse dormire.
Rimane in contatto con le persone che aiuti?
Sono in contato con diverse persone. Quando qualcuno fa qualcosa per te gratuitamente, la relazione si crea automaticamente.
Crede che i social media possano davvero avvicinare la gente e non solo fare da mediatori per evitare ogni contatto face-to-face?
Sì, mi chiedo se la popolarità dei social media non rifletta proprio questo desiderio di maggiore connessione.
Lei ha iniziato come modella, la preoccupa l’aspetto etico del’industria della moda?
Mi preoccupa il fatto che non conosciamo cosa sta dietro un prodotto. Occorre più trasparenza.
(Richard Peckettmetro world news)