6:05 am, 11 Febbraio 14 calendario

Infedelt stratagemmi per non pagare

Di: Redazione Metronews
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Famiglia – Stando alle cronache che riportano i numerosi tradimenti celebri, ammessi o presunti,  i primi mesi dell’anno sono stati  tutt’altro che “freddi”. È indubbiamente l’affaire fra l’attrice Julie Gayet e il premier francese François Hollande che, una volta smascherato, ha lasciato la compagna Valerie Trierweiler, ad aver maggiormente attratto la morbosa attenzione della stampa di tutto il mondo, fino ad arrivare alle voci di infedeltà che coinvolgono vip e calciatori nostrani.
Malessere di coppia
Se fino a qualche anno fa, l’adulterio era una conditio sufficiente per ottenere una sentenza di separazione con addebito a carico del coniuge infedele, oggi si assiste a un’inversione di tendenza che offre un’interessante chiave di lettura del cambiamento dei costumi.  «Sempre più spesso i giudici non ritengono più sufficiente il tradimento per riconoscere l’addebito della separazione in capo al coniuge infedele e questo perché spesso l’infedeltà è sintomo di un malessere di coppia che presuppone una rottura di fatto già in corso – spiega in merito l’avvocato Lorenzo Puglisi, Presidente dell’associazione FamilyLegal – Peraltro, l’infedeltà è così diffusa che talvolta sono i giudici stessi a darla quasi per scontata nel corso di un rapporto matrimoniale, tanto che nel 2013 la Cassazione ha addirittura escluso l’addebito per un marito che ha avuto un figlio dall’amante».
Questo non toglie che anche in assenza di addebito non si possano chiedere i danni per la subita infedeltà, come stabilito dalla Cassazione. Ed è proprio la condanna al risarcimento che spesso inasprisce la contesa, portando il coniuge condannato a cercare degli stratagemmi per eludere la condanna. «Ciò accade soprattutto nell’ambito delle separazioni tra persone benestanti», spiega  Puglisi, che stila una classifica degli escamotage più utilizzati: «Si va dai proprietari di case che si affidano sempre più spesso ai trust, strumento che consente di trasferire i propri immobili e salvaguardare il patrimonio, fino al dirigente di multinazionale che richiede di essere assunto direttamente dalla case madre all’estero per rendere più difficoltoso l’accertamento del proprio reddito».  Le casistiche   «comprendono gli impiegati, che arrivano a chiedere al proprio datore di lavoro un contratto part time fittizio per percepire il resto della busta paga in nero, gli imprenditori, che spesso occultano parte dei redditi attraverso l’utilizzo di prestanomi o fiduciari».
Via di casa?
E per quelle che si chiedono se sia lecito cacciare di casa il marito una volta scoperto il tradimento, la risposta è no: «Senza il consenso del coniuge infedele e in assenza di una pronuncia di un giudice nessuno può obbligare l’altro ad allontanarsi dalla casa coniugale», conclude Puglisi.
(metro)

11 Febbraio 2014
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