6:05 am, 28 Gennaio 14 calendario

Coppie gay fuga all estero per l adozione

Di: Redazione Metronews
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Roma – Una coppia gay su dieci si reca all’etero per cercare di adottare un bambino. Lo rivela una rierca di Familylegal rilevando un aumento negli ultimi 12 mesi delle coppie omosessuali che si sono trasferite dall’Italia in altri paesi per l’adozione.
Fanalino di coda
Mentre numerosi Paesi europei, fra cui Spagna, Francia e Inghilterra hanno già da tempo riconosciuto non solo il diritto di sposarsi per le coppie omosessuali, ma stanno regolamentando anche l’adozione, l’Italia resta il fanalino di coda quanto al riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali, che, al momento, non godono di nessuna tutela. In Italia è Milano a guadagnarsi il podio dei trasferimenti a scopo “adozione”: 45 coppie che solo nel 2013 partendo dal capoluogo lombardo hanno portato a termine la domanda di adozione e di una coppia su 10 che si è documentata a tal fine.
Un iter lungo
L’iter è piuttosto lungo e le mete predilette sono la Spagna, ma anche il Belgio, la Danimarca o il Canada», spiega l’avvocato Lorenzo Puglisi, presidente di Familylegal. «In Spagna per poter inoltrare la domanda di adozione è necessario essere residenti da almeno 3 anni (che iniziano a decorrere dal deposito presso la casa comunale della documentazione necessaria a stabilirsi in loco, e non dalla stipula di un contratto di affitto, che può, invece, avvenire anche dopo parecchio tempo). A differenza di altri procedimenti, poi, è necessario provare un consolidato legame con il territorio dato, ad esempio, da un lavoro. Solo se vi sono queste due condizioni può essere avviato l’iter di verifica di conformità della coppia, che passa attraverso step simili a quelli previsti in Italia per le coppie sposate eterosessuali», spiega ancora Puglisi.
Un solo genitore
Una volta perfezionatasi l’adozione, i genitori potranno far rientro in Italia portandosi dietro il minore, ma solo uno di essi potrà risultare per l’anagrafe come genitore adottivo ed esercitare così la patria potestà. Discorso diverso, invece, vale per chi intraprende il percorso adottivo in paesi extra UE (come il Canada): in tal caso, infatti, il tutto si complica perché andrà avviato in Italia l’iter per il ricongiungimento familiare. Secondo l’Associazione Familylegal, sono sempre di più i gay e le lesbiche che, in assenza di un riconoscimento in Italia, decidono di chiedere un trasferimento all’estero per sposarsi e adottare.  
(metro)

28 Gennaio 2014
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