Strage di via Palestro Preso il basista
Avrebbe fornito supporto logistico al gruppo incaricato di compiere la strage di via Palestro del 27 luglio 1993, nella quale persero la vita cinque persone e altre 13 restarono ferite. Ieri, la Mobile ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Filippo Marcello Tutino, già rinchiuso ad Opera per reati legati alla criminalità organizzata. Per lui l’accusa è concorso in strage pluriaggravata dalla finalità di terrorismo e da quella di agevolare l’attività di Cosa Nostra. Per i magistrati, Tutino sarebbe stato non solo il basista del gruppo, grazie alla sua conoscenza della città, ma avrebbe anche partecipato al furto della Fiat Uno poi fatta esplodere, al trasporto dell’esplosivo e alla sua collocazione nell’auto. Fondamentali, per aggiungere questo nuovo tassello alla ricostruzione della strage (per cui sono già stati condannati altri soggetti, tra i quali il fratello Vittorio) le dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza.
Le indagini svolte tra il 2009 e il 2011 dalla Mobile e dallo Sco hanno svelato l’esistenza di uno stretto legame tra Tutino e la famiglia dei Graviano, che fu incaricata dai vertici di Cosa Nostra di organizzare le stragi del 1993-94.
La custodia in carcere per il mafioso è stata motivata anche dal timore dei magistrati che “l’indagato, anche mediante complici non ancora identificati, possano subornare o intimidire le persone già sentite durante i precedenti processi o che devono essere nuovamente sentite alla luce delle acquisizioni investigativa”. Il riferimento del gip è alle dichiarazioni di Spatuzza il cui contributo è stato fondamentale nel riscrivere quest’altro pezzo di storia giudiziaria sulla strage. metro
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