9:30 pm, 13 Gennaio 14 calendario

Pedinati e minacciati per essere pro Tav

Di: Redazione Metronews
condividi

Tre molotov sono state lasciate davanti alla porta di casa di Stefano Esposito (nella foto), senatore Pd dichiaratamente Sì Tav e vicepresidente della commissione Trasporti al Senato. A trovare le bottiglie incendiarie è stato un vicino di casa che scendendo le scale le ha viste e ha chiamato Esposito. Le tre bottiglie, contenti benzina, erano tenute insieme da del nastro isolante e chiuse in un sacco dell’immondizia. Nella buca delle lettere, invece, è stato ritrovato un biglietto. Nessuna firma, ma la matrice per gli inquirenti è chiara. Si leggono frasi del tipo «Adesso non c’è più Caselli a proteggerti», «O ti ritiri o farai bum bum, a te la decisione». Non solo: nel biglietto c’era anche un riferimento a un incontro privato del senatore sotto la sua abitazione quasi a dirgli «ti teniamo d’occhio».
E nelle stesse ore è stata diffusa la notizia di un video che ritrae il cronista di Stampa, Massimo Numa che si occupa delle vicende No Tav, in momenti di vita quotidiana. Il filmato è un collage di riprese fatte in momenti di diversi e che coprono un arco temporale di oltre due anni: si vede la casa del cronista e lui che si sposta in auto. In sovraimpressione, mentre scorrono le immagini, vengono forniti i dati anagrafici del giornalista, il suo indirizzo, numero di telefono e le targhe della auto in uso a lui e alla moglie. Su entrambi gli episodi sta indagando la Digos.
Sabotati i bagni del tribunaleNel giorno in cui il tribunale del riesame ha confermato la custodia cautelare in carcere per i quattro No Tav arrestati a dicembre con l’accusa di attentato con finalità terroristiche in relazione a un assalto al cantiere lo scorso 14 maggio, alcuni attivisti hanno effettuato una incursione al Palagiustizia sabotando sei bagni. I No Tav hanno agito indisturbati e hanno preso di mira le toilette che si trovano accanto agli uffici dei magistrati e dei giudici che hanno firmato le ordinanza di custodia cautelare contro i quattro e quello del giudice che presiede il processo per gli scontri avvenuti in Val Susa nell’estate del 2011.
I bagni sono stati manomessi con delle penne e delle palline di plastica così da intasare gli scarichi e allagarli. Il gesto è stato rivendicato: in tutti i bagni colpiti sono stati attaccati degli adesivi di solidarietà nei confronti dei quattro presunti terroristi. Le indagini sono in corso, si stanno controllando i filmati delle telecamere di sicurezza del Palagiustizia per riuscire a identificare gli autori dell’atto vandalico.
(Rebecca Anversa)

13 Gennaio 2014
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo