6:05 am, 9 Gennaio 14 calendario

A Natale sempre meno pesce sulle tavole degli italiani

Di: Redazione Metronews
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Alimentazione. Feste di magro, ma solo per il portafoglio. Sulle tavole degli italiani, infatti, anche per cene e cenoni non è stato invitato l’ospite d’onore ovvero il pesce che, causa crisi, ha dato molti forfait. Così come in tutto il 2013 quando il consumo di merluzzi, spigole e dintorni è calato in tutto lo Stivale.  Lo confermano i dati della quinta edizione dell’Osservatorio Nestlè Fondazione Adi sull’anno appena passato: solo il 33% degli italiani, rispetto al 38% del 2012, mangia pesce almeno 2 volte alla settimana come indicano le linee guida del Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione per una corretta alimentazione. Un dato che rappresenta un allarme nell’ambito delle buone regole per mantenere lo stato di salute a tavola considerando che circa il 66% degli italiani nel 2013 ha modificato le abitudini alimentari per diminuire spese e sprechi. Commenta Giuseppe Fatati coordinatore scientifico dello studio:  «I dati sul consumo del pesce, alimento che custodisce numerose qualità nutrizionali, proteine ad elevato valore biologico, grassi di buona qualità, sali minerali (fosforo, iodio, calcio, ferro) e vitamine (A, D, E, gruppo B), sono preoccupanti. Il periodo storico che stiamo vivendo porta a fare delle rinunce anche sul cibo che mettiamo in tavola, ma nei nostri piatti non deve mancare il valore nutrizionale di ciò che mangiamo». Qualche alternativa? «I pesci d’acqua dolce che sono meno utilizzati ma che hanno le stesse proprietà nutrizionali e costano meno: ad esempio la trota, presente in diverse varietà, possiede un bassissimo contenuto di colesterolo, è ricchissima di Omega 3 ed è altamente digeribile. Qualcuno si potrebbe sorprendere che vi siano solo 4,1 grammi di grassi e circa 20 grammi di proteine in 100 grammi di filetti di trota iridea, ma è sufficiente leggere le tabelle di composizione degli alimenti per averne conferma. Poi il luccio, pesce presente nella tradizione culinaria della Lombardia e anche dell’Umbria e utilizzato in molte diete perché considerato magro grazie al suo basso contenuto di grassi». 
 
(Luisa Mosello)
 

9 Gennaio 2014
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