Intervista
12:01 am, 1 Aprile 23 calendario
3 minuti di lettura lettura

Arianna Pozzoli: Un sogno lavorare con Nanni Moretti

Di: Orietta Cicchinelli
Arianna Pozzoli
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L’attrice romana Arianna Pozzoli è in tour con “Ashes” per la regia dei Muta Imago, vincitore del premio Ubu Miglior sonoro 2022.

Arianna Pozzoli che spettacolo è Ashes?

«Uno spettacolo di suoni. Siamo 4 attori e un musicista, la scena è vuota, a terra una moquette rosa (a indicare un interno), le luci mutano come le stagioni. È una spirale di accadimenti semplici della vita di ognuno di noi: compleanni, primi incontri, addii. Eventi dolorosi ed eventi entusiasmanti si intrecciano tutti insieme, nello stesso momento. Lo spettatore è immerso tra questi ricordi e noi attori creiamo con la voce anche paesaggi piovosi, stagni, lupi, dinosauri, uccelli. La regia è della compagnia romana dei Muta Imago. Saremo al teatro Quarticciolo di Roma l’1 e il 2 di Aprile e poi continueremo la tournée a Venezia, Bologna e Rimini».

La vedremo anche al cinema in “Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti, in sala il 20 aprile.
«Non posso ancora dire molto sul film, ma in merito al mio personaggio diciamo che è una persona pratica e, alle volte, un po’ buffa. Conoscere Nanni è stato inaspettato. Quando mi è arrivato il provino non ci ho pensato su molto, rimandavo a quando lo avrei visto di persona».

L’incontro con Nanni Moretti

«Il giorno in cui mi sono presentata nel suo studio? Ero emozionatissima. Non potevo crederci, mi tornavano in mente le battute dei suoi film, le scene che avevo amato. Ho visto i suoi film più volte, fin da quando ero ragazzina. Mentre parlavamo, durante il primo provino, mi chiedevo: “Ma sta succedendo per davvero?”»

Dal teatro al cinema, andata e ritorno.
«È meno difficile di quanto pensassi. Al cinema hai tutti gli elementi concreti della vita reale che ti aiutano nella recitazione: sei proprio dentro una casa, proprio dentro una macchina, proprio seduta su una spiaggia, il tuo collega è vicino, puoi parlargli anche a bassa voce. In teatro invece devi farti sentire, devi farti vedere, devi industriarti a immaginare e ricreare la vita reale, in un luogo che però è metaforico. Teatro e cinema sono come due fratelli, non sono la stessa persona».

Quale registro le è più consono?
«Sono due situazioni diverse. Mi piacciono entrambi. Per ora il teatro è la mia casa».

Emma Dante l’ha diretta in tre occasioni sul palco.
«Emma è fortissima. Io la adoro. Ha fatto la storia del teatro degli ultimi 20 anni e per me, che avevo 25 anni quando l’ho incontrata, è stato un onore lavorare con lei. Abbiamo fatto Eracle al Teatro greco di Siracusa: interpretavo la Dea Lyssa, semi donna, semi uccello. Avevo un costume con le piume, braccia finte, lunghe, dorate e una maschera alta mezzo metro sulla testa, difficile da mettere, mi aiutavano due sarte. Lavorare con lei è dura: è una regista esigente, ma ho riso anche tanto. Il suo teatro è pieno di vita».

Con chi le piacerebbe lavorare?
«Lavorare con Nanni Moretti è già un’esperienza incredibile: è un maestro del cinema. Altri autori/autrici che mi piacerebbe incontrare? Ce ne sono molti. Penso a Valeria Bruni Tedeschi: ho amato il suo ultimo film. Mi piacciono i film di Alice Rohrwacher e mi è piaciuto Piccolo Corpo di Laura Samani. Mi piaciono Pietro Marcello e Matteo Garrone».

Come ha vissuto la pandemia da Covid?
«Durante il primo confinamento ho letto tanto, mi sono appassionata di libri di etologia, la scienza che studia il comportamento degli animali, era il mio modo di sentirmi “all’aperto” forse? Durante il periodo delle zone rosse poi ho avuto la fortuna di lavorare, perché sono stata chiamata dal Teatro Metastasio per un progetto che ha poi vinto il premio Ubu 2021, il Gruppo di Lavoro Artistico. Una buona politica ideata dai direttori del teatro D’Ippolito e Civica per proteggere il lavoro di noi dello spettacolo dal vivo: il teatro ha assunto per l’inverno 10 attori e 5 registi e abbiamo lavorato insieme a Prato».

Cos’ha imparato?
«Che un essere umano ha bisogno di stare fuori casa per star bene Che molti dei diritti che diamo per scontati si reggono su equilibri da preservare e difendere. Che in situazioni di emergenza gli Stati hanno deciso di cooperare invece che farsi la guerra. Questi mi sembrano gli elementi più costruttivi che ho imparato dalla pandemia. Quelli distruttivi li lascio perdere».
Sogni e progetti di Arianna
«Il 9 maggio debutterò con i Muta Imago in “Tre Sorelle” di Cechov, al Teatro India, non vedo l’ora. È tanto che lavoriamo allo spettacolo e desidero che incontri il pubblico. Poi ci sarà un grande progetto che inizierà a fine estate di cui sono molto felice. Il mio sogno? Riuscire a costruire un percorso tra teatro e cinema, non dover rinunciare né all’uno né all’altro… Non è semplice, ma ho fiducia».

1 Aprile 2023 ( modificato il 28 Marzo 2023 | 13:29 )
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