Antonacci: “Sanremo non è nei miei programmi”
Biagio Antonacci il ritorno è scoppiettante, tra live e pensieri su Sanremo e dintorni.
Antonacci in tour
«Tre anni e tre mesi senza salire sul palco, la mia ultima data con Laura Pausini a Cagliari. Salendo sul palco ero timoroso, non sai più quale sarà la reazione del pubblico, cosa si aspetta. Invece, energia pazzesca. Certo, Roma è un pubblico caloroso. C’è molta attesa, voglia di contraccambiare, voglia di musica». Biagio Antonacci ha ancora un’energia sorprendente mentre racconta a caldo ai giornalisti le sue emozioni dopo l’energico concerto al Palaeur di Roma, debutto ufficiale del suo Palco centrale Tour partito da Jesolo e che lo porterà nei principali palasport italiani, segnando la sua ripartenza dopo il difficile stop della pandemia.
Il palco inclusivo del Palaeur
Il palco circolare «è tanto bello quanto impegnativo, è un palco complicato da gestire – spiega Antonacci –. Non puoi cantare troppo su un fronte e permetterti la libertà di concentrarti su un lato o l’altro o sulla camera, penso continuamente “poi quelli di là si incazzano”. E un palco inclusivo. Un termine che mi piace, condivisione di una bella cosa. L’artista deve essere inclusivo».
In scaletta, di fronte ad un sold out con 10mila spettatori, 34 canzoni, che ripercorrono quasi interamente i suoi oltre 30 anni di carriera. La partenza, con Biagio e tutta la band sul palco è per Convivendo, poi il cantautore spazia da Liberatemi a Il mucchio (con Biagio alla batteria). Dal Non ci facciamo compagnia (tra i pezzi eseguiti solo piano e voce) a Mi fai stare bene (uno dei cinque brani di un set tutto acustico). Fino ai grandi successi di Iris e Non vivo più senza te, e agli ultimi singoli Seria e Telenovela, per arrivare al finale, solo sul palco, sulle note di Se io, se lei.
Tanta voglia di cantare
«Gli arrangiamenti sono rimasti gli stessi – spiega Antonacci –. Mi sono accorto che la gente al concerto vuole sentire e cantare i brani originali». Quasi tre ore di musica serrata ed energia, con Biagio che corre da un lato all’altro del palco. Salta, balla, incoraggia i cori dei fan, per arrivare quasi alla mezzanotte e festeggiare il compleanno (è nato il 9 novembre) con il suo pubblico cantando con in testa una torta di carta.
«Quando canto Vivimi penso al suo successo incredibile, Pazzo di lei sembra easy e leggera invece ha dentro senso di disperazione molto forte, dato dalla voglia di conquistare qualcuno senza averne le possibilità. E Se è vero che ci sei, preghiera scritta di getto di fronte al mare», ripercorre a volo d’angelo Antonacci. Che proprio con quest’ultimo brano ha regalato allo show una sorpresa, l’incursione di Laura Pausini. Lei è apparsa prima in platea e poi l’ha raggiunto sul palco per un duetto.
Laura Pausini a sorpresa
«Laura sul palco è stata una sorpresa anche per me, giuro» assicura Antonacci, che con l’artista emiliana (“Oggi sono come voi, sono anche io una fan di Biagio!”, ha detto Laura entrando sul palco) ha poi cantato un’intensa Se è vero che ci sei. Con la platea illuminata dalle torce dei cellulari dei fan.
«Durante il Covid ho avuto qualche attacco d’ansia – ammette il cantautore – soprattutto quando ho visto che non migliorava, dopo 4 o 5 mesi, con tanti decessi. Non ho scritto nulla per due anni». E il ritorno sul palco è infatti uno show di riscossa per l’artista milanese, che insieme ad una band di 8 elementi offre al pubblico uno spettacolo a tutto tondo, con molti dei suoi brani più amati. Qualcosa di diverso dalla lunga residenza al Teatro Carcano di Milano, rimandata per due anni causa Covid e poi sospesa.
«È un progetto che rimane ma tornare solo a Milano dopo più di 3 anni mi avrebbe tenuto lontano da una parte del pubblico, per esempio quello del sud, per oltre 4 anni e non mi sembrava la cosa giusta in questo momento». E il Palaeur stracolmo di un’energia pronta a sprigionarsi in tanti altri Palazzetti d’Italia sembra dargli ragione. L’11 ad Eboli, l’emozione ricomincia.
Antonacci sul Festival
«Non è in progetto andare in gara a Sanremo». Così Biagio Antonacci a margine del concerto-debutto al Palaeur di Roma. I fan di Biagio dovranno dunque attendere per rivedere il loro beniamino sul palco dell’Ariston,almeno in gara (“ma ora neanche da ospite”). «A Sanremo bisogna andarci quando si ha una canzone figa, che ti rappresenta, grande come quella che scrisse Faletti, Signor Tenente. Io oggi devo fare una roba di quel tipo lì», spiega l’artista. Che ammette anche di temere un poco quel palco e in generale la tv. «L’altro giorno ero ospite al Tg1, ero terrorizzato -dice ai giornalisti- all’idea che mi vedessero milioni di persone nello stesso momento. In questo momento, dopo 3 anni di stop, non so se sarei in grado di fare Sanremo a livello emotivo».
Antonacci – che non partecipa in gara al festival dal 1993 (quindi Sanremo 2023 potrebbe celebrarne il trentennale) quando si presentò tra i big con la sua Non so più a chi credere – ha parole di elogio per Sanremo. «Sta migliorando anno dopo anno, perché Amadeus – sostiene – ha aperto le porte alla vera musica, me lo sono guardato appassionandomi». L’artista milanese racconta poi dell’emozione di sentire pronunciare all’Ariston il nome del figlio Paolo, avuto da Marianna Morandi, che ha partecipato a Sanremo come autore nel 2019 e nel 2022, scrivendo con Tananai il brano Sesso occasionale.
«Mi ha fatto molto effetto quando Paolo è stato annunciato. Ho pensato a mio padre, che si chiamava anche lui Paolo», dice con emozione. E sull’ipotesi di scrivere qualcosa insieme al figlio, riflette: «Se scrivessi con mio figlio sono sicuro che sarebbe una sfida che mi migliorerebbe, essendo la persona che conosce meglio la mia sensibilità e anche i difetti. Non mi farebbe andare oltre ma mi farebbe andare al limite, mi farebbe crescere».
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