Stefania Aphel Barzini
6:32 am, 25 Giugno 21 calendario

La Sicilia, terra di madri e di Gattoparde

Di: Redazione Metronews
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Intervista C’è un ballo che segna la fine di un’epoca. È quello tra Claudia Cardinale-Angelica e Burt Lancaster-Fabrizio principe di Salina, nel film di Luchino Visconti “Il Gattopardo” tratto dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Ma le “gattoparde” dov’erano? Che ruolo hanno avuto mentre i maschi assecondavano la dissoluzione di questo mondo? A colmare il vuoto letterario arriva un romanzo, “Le gattoparde” (Giunti, p. 320, euro 16,90 con prefazione di Fabrizia Lanza, una delle eredi degli ultimi “gattopardi”), di Stefania Aphel Barzini. 
Nel romanzo lo sfondo è Villa Piccolo, residenza di campagna dell’aristocratica famiglia Piccolo, oggi sede della Fondazione Piccolo, dove la baronessa Teresa Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò si ritirò con i tre figli, Lucio, Casimiro e Agata, quando il marito Giuseppe Piccolo di Calanovella fuggì a Sanremo con una ballerina.
«Fu un isolamento produttivo: fece vivere il sogno di un cenacolo: lì passarono, negli anni, poeti come Montale e Pasolini, scrittori come Sciascia e Consolo. Un’oasi di bellezza tra cibo e arte». 
Chi era Agata, voce narrante del libro?
«Una donna molto timida, schiva. In una famiglia di eccentrici, era una vestale. Si rimbocca le maniche e trasforma quel posto in una proprietà che fruttava molto, una vera azienda agricola in attivo». 
La storia parte dalla Sicilia post-unità d’Italia dove Tomasi Di Lampedusa ambienta il suo capolavoro. 
«Sì, mentre i “gattopardi” hanno dissipato patrimoni e proprietà, le gattoparde hanno sempre cercato di arginare questo declino, a partire dalla famiglia di Agata che era molto al femminile ma con un’impronta anticonformista, dove tutte le donne hanno vissuto storie molto forti, anche tragiche, mai banali». 
Cosa unisce le Gattoparde? 
«La grande capacità di incanalare malesseri e infelicità in modo creativo: per esempio la cucina era un regalo agli altri ma anche un regalarsi qualcosa». 
Perché per la Sicilia le Gattoparde sono così importanti?
«Perché la Sicilia è femmina. È una terra di madri. I padri non servono. Agata lo dice benissimo: noi possiamo fare a meno dei padri ma non delle madri». 
ANTONELLA FIORI

25 Giugno 2021
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