Roma
5:49 pm, 27 Maggio 21 calendario

Rifiuti, il Tar boccia l’ordinanza della Regione

Di: Redazione Metronews
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ROMA I giudici amministrativi del Lazio hanno annullato l’ordinanza regionale con cui si imponeva a Roma Capitale di adottare entro 30 giorni​ un piano impiantistico ai fini dell’autosufficienza in merito alla gestione dei rifiuti perché, hanno osservato, che la complessa attività di gestione del corretto ciclo dei rifiuti richiede una attività sinergica ad opera di tutti gli Enti preposti alla cura di un settore così delicato, attività che è prefigurata e disciplinata per i diversi livelli di governo del territorio da disposizioni di legge nazionale e di legge regionale. Come pure hanno rilevato l’assenza della redazione, pur doverosa, di un piano impiantistico volto a garantire l’autosufficienza nella gestione rifiuti del sub-Ato di Roma Capitale.
Tuttavia, lo strumento adoperato dalla Regione, quello cioè dell’ordinanza contingibile e urgente è apparso, al giudice della legittimità, non correttamente esercitato nel caso di specie. Se è vero, infatti, che l’ordinanza contingibile e urgente in tema di rifiuti può essere legittimamente adottata, ai sensi dell’articolo 191 del decreto legislativo​ numero 152 del 2006, solo per «consentire il ricorso temporaneo a speciali forme di gestione dei rifiuti» e che ha un contenuto normativamente prestabilito, ne consegue che esso non può essere utilizzato per altre finalità. E dunque non per disporre un’attività di tipo programmatorio e pianificatorio.
La definizione di una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento di rifiuti non integra, infatti, una speciale e temporanea “forma di gestione dei rifiuti”, necessaria ad affrontare e risolvere una situazione eccezionale e non prevedibile.​ Lo stesso Tribunale, infine, ha richiamato in sentenza l’art. 13 della legge regionale n. 27 del 1998, recante la disciplina della gestione dei rifiuti, che attribuisce alla Regione il diverso (rispetto all’ordinanza contingibile e urgente) strumento dell’esercizio del potere sostitutivo in caso di omessa adozione, da parte dei Comuni e delle Province (nella specie, la Città metropolitana), di atti obbligatori previsti dalla legge. A tanto è conseguito quindi l’annullamento dell’ordinanza regionale, con salvezza ovviamente degli ulteriori provvedimenti che la Regione vorrà adottare.
Raggi: «Vittoria dei cittadini»
«Il Tar del Lazio ha accolto il nostro ricorso e ha annullato l’ordinanza con cui il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti imponeva a Roma Capitale di indicare una discarica dentro la città. Si tratta di una vittoria per tutti i cittadini e tutti i territori che, da troppi anni, pagano scelte scellerate calate dall’alto. Ora la Regione Lazio non ha più alibi», ha scritto su Facebook la sindaca Virginia Raggi, aggiungendo: «Dopo la chiusura della discarica di Malagrotta nel 2013 non sono mai state costruite valide alternative, neppure nell’ultimo, insufficiente, piano rifiuti regionale. A questo si aggiunge le chiusura di diverse discariche e impianti del Lazio, uno dei quali al centro dell’indagine che ha portato agli arresti della responsabile della direzione Rifiuti della Regione Lazio, per ipotesi di corruzione. Questi sono i fatti. Le soluzioni esistono. Alcune di esse sono state individuate nel nuovo piano industriale di Ama, che prevede anche la realizzazione di nuovi centri di trattamento meccanico-biologico: impianti che non sono stati realizzati prima anche per i pesanti ritardi nell’approvazione del Piano Rifiuti della Regione Lazio. I giudici hanno sgomberato il campo da ogni alibi. Non si può fare politica su un tema così delicato, sulle spalle dei cittadini. È arrivato il momento che la Regione collabori per cercare soluzioni fattibili e concrete».
Zingaretti: «La sostanza non cambia»
«La sostanza non cambia: il Tar conferma chiaramente che Roma non ha un piano impiantistico, non ha indicato i siti dove collocare gli impianti e non sa dove portare i rifiuti che produce. Su questo il Tar rileva a chiare lettere l’omissione da parte del Comune affermando la mancanza, cito la sentenza, di “un piano impiantistico volto a garantire l’autosufficienza nel trattamento, trasferenza e smaltimento dei rifiuti del Sub-ATO di Roma Capitale'”. Il Tar quindi eccepisce alla regione esclusivamente l’idoneità nell’uso dell’ordinanza per affrontare il problema e indica invece la necessità di utilizzare gli strumenti ordinari “In caso di omessa adozione da parte delle Province e dei Comuni di atti obbligatori” previsti dalla normativa. Come ho già detto non viene assolutamente contestata la sostanza dell’ordinanza», ha dichiarato il presidente della Regione Nicola Zingaretti, per poi aggiungere: «Come Regione, attraverso il lavoro di questi mesi, anche con le ordinanze adottate che hanno evitato l’accumularsi dei rifiuti in strada e il conseguente pericolo sanitario, abbiamo provato in sinergia con le altre istituzioni locali a risolvere l’emergenza rifiuti della Capitale. Ora la situazione sta diventando gravissima: Roma rischia di essere invasa dai rifiuti perché Regioni e Comuni che accolgono già i rifiuti romani, dopo la scadenza del 30 giugno non intendono ricevere ulteriori conferimenti. Il rischio emergenza per la Capitale dunque si ripropone ancora una volta e diventa sempre più drammatico perché, lo ripeto, in assenza di soluzioni credibili da parte di Roma Capitale e della Città Metropolitana rischiamo che nessuno sia più disponibile a ricevere i rifiuti di Roma. Per salvare la capitale procederemo in via ordinaria con le indicazioni presenti nella sentenza, ma già oggi informerò il Governo del pericolo che corre Roma».

27 Maggio 2021
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