Embraco: entro il 30 si deve decidere

LAVORO Una buona notizia – l’assicurazione da parte del ministro Andrea Orlando che domani il governo firmerà la proroga fino a fine anno della Cigs per i 400 lavoratori della Embraco – , una pessima: il piano Italcomp non decolla. E una certezza: nessuno può più aspettare per trovare una soluzione alla dolorosa vertenza. Tanto che oggi istituzioni, sindacati, lavoratori, l’arcivescovo Cesare Nosiglia hanno deciso di scrivere una lettera comune al premier Mario Draghi e ai ministri Giancarlo Giorgetti e Andrea Orlando per chiedere “una dead line” per la vicenda Embraco. «Abbiamo bisogno di una data certa. Ci siamo dati tutti insieme la scadenza del 30 giugno. il primo luglio se non sarà trovato l’investitore privato, sul tavolo metteremo il piano B», ha detto il presidente Alberto Cirio, dopo l’incontro di stamattina con i sindacati. «Il ministro Giorgetti – ha aggiunto Cirio – è disponibile a continuare la ricerca di un investitore privato, ma in un anno e mezzo non lo ha trovato nessuno. Questo vuol dire che la situazione è complicata, bisogna lavorare per rendere appetibile questa opportunità». Da quanto si apprende, il governo si sarebbe detto disponibile a farsi carico della riconversione industriale e a fornire, per i primi anni, un’agevolazione al 100% per i contributi dei lavoratori. «Se questo non è sufficiente vuol dire che il progetto non è appetibile. E se non è appetibile vuol dire che bisogna farne un altro», ha detto Cirio. Tuttavia su questo fantomatico Piano B nessuno ha volto sbottonarsi. Tranne il responsabile della Fiom torinese Ugo Bolognesi: «È chiaro che bisogna andare nel concreto sul piano Italcomp. Il fatto di dire che entro il 30 giugno il progetto deve realizzarsi, che deve costituirsi la società è un modo per cercare di concretizzare». Ma Bolognesi, che insieme alle altre sigle ha interloquito con Cirio privatamente per circa un’ora e mezza, chiarisce: «Ad oggi un piano B non esiste».