Libri/Maria Grazia Calandrone
8:56 am, 6 Maggio 21 calendario

L’amore puro e imperfetto di una madre adottiva

Di: Redazione Metronews
condividi

Si parte con la storia di due amanti suicidi nel Tevere negli anni ‘60 e della loro bambina “figlia del peccato” abbandonata in un parco con una lettera inviata a un giornale, l’Unità,  perché qualcuno si prendesse cura di lei. Ed eccoli, due straordinari genitori adottivi – lei un’insegnante bellissima, lui un politico, combattente della Guerra di Spagna – che salvano la bambina. Maria Grazia Calandrone in “Splendi come vita” (Ponte alle Grazie, euro 15,50), candidato allo Strega racconta in prosa poetica una vita di luci e ombre con protagonista la sua madre adottiva, Ione Calandrone.
Come ha trovato il coraggio di raccontare questa storia?
«Non era il coraggio che mi mancava ma il tono giusto per non scrivere un polpettone».
Essere sopravvissuta al suicidio dei suoi genitori naturali l’ha fatta sentire in colpa?
«No, mai. Molti giornalisti insensibili mi etichettavano come “figlia del peccato”, dicendo che era stato dopo la mia nascita che la situazione per i miei genitori era diventata difficile. Non era così. Era già drammatica per leggi assurde per cui chi era sposato a una persona allora non aveva il diritto di innamorarsi di un’altra».
Sua madre Ione le ha detto che non era la sua mamma naturale quando aveva 4 anni. Poi si è allontanata.
«Accade a molti madri adottive. Ma il problema non è dei figli che sanno benissimo che l’adulto che ti sta vicino è quello che ti vuole bene. È il genitore che si pone un dubbio assurdo: ora che sa che non sono la sua vera madre mi amerà lo stesso?»
A un certo punto Ione la manda in collegio dalle suore, la caccia. L’ha perdonata?  
«Non c’è da perdonare. Non lo faceva apposta. Era dominata da questo presunto mio disamore che la faceva soffrire».
ANTONELLA FIORI

6 Maggio 2021 ( modificato il 24 Maggio 2021 | 10:53 )
© RIPRODUZIONE RISERVATA