sicilia
2:04 pm, 26 Aprile 21 calendario

Avvistato nel messinese squalo bianco di 5 metri

Di: Redazione Metronews
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Un enorme squalo, “molto probabilmente uno squalo bianco (Carcharodon carcharias)! di circa quattro o cinque metri di lunghezza, è stato avvistato nei pressi dello Scoglio di Patti, nel Messinese, da un pescatore durante una battuta di pesca subacquea. E’ stato Carmelo Isgrò, direttore del Museo del Mare di Milazzo, a farsi raccontare dal pescatore, Santino Incognito, l’avvistamento e a ipotizare, insieme a un ricercatore dell’Università, che si tratti proprio di uno squalo bianco.
“Nonostante il suo avvistamento sia un evento poco frequente – spiega Isgrò –  è comunque una specie presente nei nostri mari e soprattutto perchè le risposte alle domande poste al pescatore non lasciano spazio a dubbi, facendo escludere altre specie. La Guardia costiera e le autorità competenti sono state informate dell’accaduto. Invito tutti a segnalare ogni eventuale nuovo avvistamento, di essere cauti ma senza far scoppiare inutili o dannose psicosi. Ricordiamoci che non è lo Squalo il più pericoloso dei predatori del mare (come ci vuol fare credere il Cinema e la TV) ma l’uomo che ogni anno uccide milioni di questi preziosi ed antichissimi animali”.
Il pescatore si trovava “su un fondale di 25 metri allo scoglio e – ha detto Santino Incognito – mi è apparsa una sagoma: non era una ricciola”. “Dal punto di vista scientifico – ha detto il ricercatore Francesco Tiralongo, vice presidente dell’ente fauna mediterranea – ma tendo a credere, dalle parole di un pescatore che ha una certa esperienza, che si potesse trattare di un reale avvistamento di uno squalo bianco, specie presente nel mar Mediterraneo, in cui è presente anche un’area di riproduzione nelle acque siciliane”. “Di squali ne ho visti diverse volte – ha proseguito Incognito –  anche qui nel golfo di Patti, questo aveva una colorazione bianca sulla pancia, bombato, il dorso era grigio-scuro e non bluastro. Era di 4-5 metri, l’ho confrontato con la lunghezza della mia barca, tre metri e mezzo: quando sono salito in barca, mi è passato a due metri; solo la pinna e dalla prua alla poppa ho viso la pinna che avanzava di un altro metro”.  “Un esemplare di simili dimensioni – ha aggiunto Tiralongo – documentato da alcuni pescatori, era statao segbalato a noi pochi mesi fa”. 
Lo scorso anno uno studio realizzato dalla Sapienza in collaborazione con la Stanford University, la Virginia Tech University e diversi istituti di ricerca italiani di settore stimò la presenza e la distribuzione del predatore nel Mediterraneo. I risultati, che evidenziano il drastico calo della specie negli ultimi anni, sono stati pubblicati sulla rivista Fish and Fisheries.
Non tutti sanno che lo squalo bianco popola da secoli il Mediterraneo: protagonista di numerosi racconti e celebri pellicole, il re degli squali nuota nei nostri mari e le testimonianze storiche dei suoi avvistamenti risalgono addirittura al Medioevo. Al vertice della catena alimentare marina, lo squalo bianco è una presenza indispensabile per la vita stessa dei mari; tuttavia, gli esemplari che abitano il “Mare Nostrum” appartengono a una delle popolazioni meno conosciute e più minacciate al mondo, soprattutto a causa delle innumerevoli e spesso deleterie attività umane. Il drastico ridimensionamento subito negli ultimi anni ha spinto la International Union for the Conservation of Nature (IUCN) a inserirlo tra le “specie in pericolo critico” nel Mediterraneo.
Il team di ricerca, che ha visto in particolare il contributo scientifico di Giovanna Jona Lasinio del Dipartimento di Scienze statistiche e Stefano Moro del Dipartimento di Biologia ambientale della Sapienza e Francesco Ferretti della Virginia Tech University, ha ottenuto la stima utilizzando più di 700 segnalazioni di squalo bianco provenienti da fonti molto diverse tra loro. In particolare, sono stati combinati i dati provenienti da database istituzionali e dalla letteratura, sia scientifica che divulgativa, con i recenti avvistamenti. I risultati ottenuti hanno evidenziato una complessa traiettoria, caratterizzata da un progressivo incremento del numero di squali seguito da un rapido declino avvenuto a partire dalla seconda metà del Novecento. “Il decremento – aggiunge Giovanna Jona Lasinio – non si è verificato in maniera uniforme all’interno del bacino del Mediterraneo: ad esempio, nel Mediterraneo centrale si è registrata una riduzione del 52%, mentre nel Mar di Marmara ha raggiunto il 96%. Il decremento, inoltre, è accompagnato spesso da una riduzione degli spazi occupati, un segnale associato a popolazioni a rischio”.
La ricerca ha permesso di formulare nuove ipotesi ecologiche sulla struttura della popolazione di squali bianchi del Mar Mediterraneo e su interessanti dinamiche preda-predatore che coinvolgono altre specie, in particolare il tonno rosso. “È stato dimostrato – spiega Stefano Moro – come la rimozione dei predatori apicali all’interno degli ecosistemi marini porti a disastrosi effetti top-down che si ripercuotono su tutta la catena trofica. Il Mediterraneo, da questo punto di vista, rappresenta un primato negativo a scala globale con più del 50% di specie di squali classificate come “minacciate” dalla IUCN a livello regionale”.

26 Aprile 2021
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