Anticipo di Serie A
11:01 pm, 17 Aprile 21 calendario

Cagliari da infarto Joao Pedro consola Kurtic

Di: Redazione Metronews
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CAGLIARI- È finita con le lacrime disperate di Kurtic, attaccante parmense, rincuorato invano da Joao Pedro e da Semplici, suo tecnico ai tempi della Spal. È finita come era logico finisse, almeno per chi conosce la storia rossoblù e per chi mastica un pochettino di pallone. È finita con una rimonta che premia i sardi e condanna quasi sicuramente il Parma. 4-3, risultato che da più di cinquant’anni rimanda, il più delle volte a sproposito, a quell’Italia-Germania di una bollente notte di luglio del ’70. Qui siamo in Sardegna, è aprile, cinquantuno anni fa c’era un certo Gigi Riva a far sognare un’intera isola. Oggi c’è Alberto Cerri, uno dei giocatori più spernacchiati da queste parti. Ma è grazie a lui se il Cagliari questa sera può ancora considerarsi vivo. Lui, al 94° di una sfida infinita, mette la testa a posto su un pallone proveniente da Gaston Pereiro e butta in fondo al sacco, insieme alla sfera, tutte le critiche, gli sberleffi e scaccia via le streghe, le cugurre che affliggono i sardi in un’annataccia da dimenticare presto, possibilmente da salvi. Il Parma per più di trenta minuti si era trovato in Paradiso, grazie alle reti di Pezzella al 5° e di Kucka al 31°. Nel mezzo un rigore dato, poi tolto dal Var, ai padroni di casa per un tocco di mano di Pezzella. Ma la sorte, per una volta, si ricordava del Cagliari e Pavoletti al 39° poteva battere Sepe con la sua specialità: il colpo di testa. Si andava al riposo sull’1-2. Da lì iniziava un’altra partita con i sardi in forcing e i ducali a respingere gli assalti. Ancora una volta però gli uomini di Semplici dovevano fare i conti con la loro retroguardia sciagurata. Frittata di Rugani e terzo gol del Parma. Man, al 59° riportava a due le distanze. Tutto finito? Solo per chi non conosce i rossoblù, avvezzi negli anni a rimonte epiche (specialmente contro Roma e Napoli). Marin la riapriva al 66° e dopo un errore da matita blu di Kurtic al 71° che poteva davvero chiudere il match e mandare a casa tutti, il forcing cagliaritano era tanto forte quanto sconclusionato. Pavoletti ci provava, Nainggolan si faceva ammonire e Semplici, più per la disperazione che altro, giocava la carta Cerri. Sembrava di assistere alle imprese di mister Juan Carlos Fulgencio, allenatore della Marchigiana (interpretato da Leo Gullotta) quando in un incontro di Mitropa Cup, dopo averle provate tutte, faceva scendere in campo Margheritoni, attaccante sovrappeso e fuori forma (Andrea Roncato) per vincere la gara. Nessun accostamento, per carità. Lì si era nella finzione cinematografica, in Germania. Ma quel Cerri, messo lì al minuto 87 pareva più un cambio del tipo: proviamo pure questa, persa per persa… Il tecnico aveva già tolto un Rugani fuori fase, sostituendolo con Gastón Pereiro. E, nel primo dei cinque minuti di recupero, era proprio l’uruguaiano a siglare il pareggio con un destro telecomandato. A quel punto mancava solo il miracolo. Il cero che Semplici aveva acceso alla Madonna di Bonaria diventava il… Cerri. Novantaquattro minuti sul cronometro e gol, gol, gol, gol. Quattro volte, un urlo nel deserto della Sardegna Arena che coinvolge un’intera città. E fine dei giochi. Kurtic, come detto, disperato (ah, se solo avesse messo dentro quel pallone…) e sardi ancora attaccati al treno salvezza in attesa di andare a Udine mercoledì. Il Parma, invece, farà visita alla Juventus. No, Pereiro e Cerri non sono Domenghini e Riva. Ma per una notte si può anche pensarlo, scriverlo e dimenticarlo subito. Per rispetto, sì. E per amore. METRO

17 Aprile 2021
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