Nucleare
10:07 am, 13 Aprile 21 calendario

Fukushima, ira di Pechino “Decisione irresponsabile”

Di: Redazione Metronews
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La Cina ha definito “irresponsabile” la decisione annunciata dal premier giapponese Yoshihide Suga di scaricare nel mare le acque reflue della centrale nucleare di Fukushima, ancora radioattive 10 anni dopo l’incidente del 2011. Secondo Pechino, la decisione “è irresponsabile al massimo e nuocerà gravemente alla salute e alla sicurezza pubblica nel mondo oltre che agli interessi vitali dei Paesi vicini”, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri cinese.  Per Pechino l’oceano “è una proprietà comune dell’umanità”, quindi il rilascio di acque contaminate non è una questione interna giapponese: secondo la Cina, “una decisione del genere non può quindi essere presa «senza l’autorizzazione o almeno la consultazione di tutti i Paesi interessati e dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica”.
La Corea del Sud ha convocato un vertice di emergenza durante il quale il portavoce governativo Koo Yoon Cheol ha espresso “forte rincrescimento” per la scelta. 
Da parte del Dipartimento di Stato Usa  invece si fa notare che “il Giappone è stato trasparente nella sua decisione e sembra aver adottato un approccio in linea con gli standard di sicurezza nucleare globalmente accettati”. 
Una decisione che “ignora completamente i diritti umani e gli interessi della gente di Fukushima e in generale del Giappone e della parte di Asia che si affaccia sul Pacifico”. Così Greenpeace “condanna con forza” la decisione del governo giapponese di rilasciare nell’oceano l’acqua stoccata in cisterne della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. “Il governo giapponese ha ancora una volta deluso i cittadini di Fukushima – dichiara Kazue Suzuki della campagna clima ed energia di Greenpeace Giappone – Il governo ha preso la decisione del tutto ingiustificata di contaminare deliberatamente l’Oceano Pacifico con acqua radioattiva. Ha ignorato sia i rischi legati all’esposizione alle radiazioni che l’evidenza della sufficiente disponibilità di stoccaggio dell’acqua contaminata nel sito nucleare e nei distretti circostanti. Invece di usare la migliore tecnologia esistente per minimizzare i rischi di esposizione a radiazioni immagazzinando l’acqua a lungo termine e trattandola adeguatamente per ridurre la contaminazione, si è deciso di optare per l’opzione più economica, scaricando l’acqua nell’Oceano Pacifico”. Secondon Jennifer Morgan, direttrice esecutiva di Greenpeace International, “la decisione è una violazione degli obblighi legali del Giappone sotto la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos) e sarà fortemente contrastata nei prossimi mesi”. 

13 Aprile 2021 ( modificato il 24 Maggio 2021 | 10:53 )
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