Ultimo tango a Parigi
4:40 pm, 5 Aprile 21 calendario

Cinema, censura addio parola di Franceschini

Di: Redazione Metronews
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CINEMA «Abolita la censura cinematografica, definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisi». Lo annuncia il ministro della Cultura, Dario Franceschini che ha firmato il decreto che istituisce la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche presso la Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura con il compito di verificare la corretta classificazione delle opere cinematografiche da parte degli operatori. 
Un intervento ai sensi della Legge Cinema che introduce il sistema di classificazione e supera definitivamente la possibilità di censurare le opere cinematografiche: non è più previsto il divieto assoluto di uscita in sala né di uscita condizionata a tagli o modifiche. La Commissione è presieduta dal Presidente emerito del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, ed è composta da quarantanove componenti che sono stati scelti tra esperti di comprovata professionalità e competenza nel settore cinematografico e negli aspetti pedagogico-educativi connessi alla tutela dei minori o nella comunicazione sociale, nonché designati dalle associazioni dei genitori e dalle associazioni per la protezione degli animali. 
Dalle denunce di tutti i film di Pier Paolo Pasolini fino alla condanna con distruzione delle bobine di “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci, passando per i tagli a “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti e il sequestro di “Il pap’occhio” di Renzo Arbore: nel secondo dopoguerra la censura cinematografica in Italia, sulla base di una legislazione potenziata dal fascismo, mise nel mirino ogni opera non convenzionale, accomunando capolavori a film di modesta levatura. 
Amputazioni e rimaneggiamenti forzosi non risparmiarono, tra gli altri, “Gioventù perduta” (1948) e “Il cammino della speranza” (1950) di Pietro Germi, “Fuga in Francia” (1948) di Mario Soldati, “Adamo ed Eva” (1950) di Mario Mattoli, “Totò e i re di Roma” (1952) di Steno e Mario Monicelli, “Anni facili” (1953) di Luigi Zampa, “Senso” (1954) di Luchino Visconti, “Totò e Carolina” (1955) di Mario Monicelli, “Le avventure di Giacomo Casanova” (1955) di Steno, “I vinti” (1953) e “Il grido” (1957) di Michelangelo Antonioni, “L’assassino” (1961) di Elio Petri. 
Per ottenere il visto subirono tagli pellicole come “Rocco e i suoi fratelli” (1960) di Visconti, “I dolci inganni” (1960) di Alberto Lattuada, “L’avventura” (1960) di Antonioni, “La giornata balorda” (1960) di Mauro Bolognini.

5 Aprile 2021
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