Coronavirus
7:32 pm, 13 Gennaio 21 calendario

L’aria dentro casa conta ma l’87% non si informa

Di: Redazione Metronews
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La qualità dell’aria indoor è un aspetto invisibile e per questo non considerato molto dagli italiani. Da un sondaggio condotto da Gioel, azienda che si occupa dell’abbattimento dell’inquinamento indoor, su più di 200 italiani nel 2020, emerge come l’87,37% dichiara di non essersi mai informato sulla qualità dell’aria di casa propria. L’inquinamento è un fenomeno planetario e nessun luogo ne è immune. La principale fonte inquinante è l’aria che entra dall’esterno attraverso porte o finestre. “Le particelle di inquinamento atmosferico, unite ai particolati ed alle polveri entrano nelle nostre case e vengono eliminate con grande difficoltà – dice Marcello Svaldi, esperto di inquinamento indoor –  E’ necessario infatti non solo aprire le finestre, ma creare corrente d’aria per almeno 10 minuti più volte al giorno, per avere un reale ricambio di aria”.
La stessa ricerca evidenzia anche come i detersivi chimici siano ancora quelli che vanno per la maggiore, infatti, il 67,48% degli italiani preferisce acquistare i detergenti chimici contro il 32,52% di coloro che invece acquistano i detergenti green. I composti organici volatili sono, infatti, un’altra importante fonte di inquinamento indoor è rappresentata dallo sterminato universo dei detersivi, detergenti, deodoranti, formaldeide, cosmetici, vernici e via dicendo. Anche in questo caso le molecole di questi composti rimangono a lungo nelle nostre case finendo per essere respirate.
L’inquinamento indoor comprende anche il fumo passivo, un inquinante potente e resistente. Dall’aria passa ai tendaggi, ai tessuti e permane molto a lungo. Da non sottovalutare il mondo delle polveri: polveri, micro-polveri, nano-polveri. Più sono piccole, più riescono a superare le barriere naturali dell’uomo ed arrivare fino agli alveoli polmonari e bronchiali, causando le comuni allergie. La polvere non è possibile eliminarla del tutto, ridurre la sua concentrazione però, si può. Infine, vi è un inquinante, anche se non può essere definito tale, ma che va contenuto: l’anidride carbonica, che le persone emettono nel corso della respirazione. Se raggiunge alti livelli di concentrazione comporta un malessere facilmente riconoscibile. Ecco perché sentiamo il bisogno fisico di areare la camera da letto, il salotto o l’ufficio.
“Con la respirazione emettiamo le note goccioline di saliva (aerosol o droplet a seconda delle dimensioni), – continua Svaldi – che, in caso di un’infezione in corso come la pandemia in atto, possono determinare il temuto contagio. La qualità dell’aria indoor può influire sul fenomeno. In sintesi, è come se le molecole di polvere e di inquinamento rappresentassero dei veicoli a bordo dei quali le goccioline microscopiche di saliva infette viaggiano, prima di evaporare o di depositarsi sulle superfici”. Alla domanda Quante volte pulisci casa in un mese? Il 47,57% nel 2020 preferisce pulire casa più volte alla settimana, seguito dal 33,01% degli italiani che sceglie di fare la pulizia una volta alla settimana, e il 16,99%  rappresenta quella fetta del campione  che preferisce pulire tutti i giorni.
Le soluzioni per difendersi dall’inquinamento indoor sono molteplici vanno dalle buone pratiche universali come l’aereazione dei locali, lasciare le scarpe fuori casa e possibilmente giacche e cappotti a soluzioni più tecnologiche per esempio purificatori d’aria. Lucrezia Montali

13 Gennaio 2021 ( modificato il 19 Novembre 2022 | 19:25 )
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