Max Proietti: “Gli occhi del Male affronta 10 storie criminali”
Grazie alla sua capacità di scavare nella psiche umana, attraverso analisi dettagliate su casi celebri e misteri irrisolti, è diventato un punto di riferimento sul web per contenuti true crime. Max Proietti, attraverso approfondite ricerche, un’attenzione scrupolosa ai dettagli e un amore innato per la sua città, si diletta a portare alla luce le vicende e personaggi che hanno plasmato l’antica Roma, offrendo moderne interpretazioni e riflessioni sulla grandezza di una delle civiltà più influenti della storia.
Gli occhi del Male by Max Proietti
È appena uscito “Gli occhi del Male” il suo nuovo libro. Come nasce?
«Nasce dalla volontà di raccontare la realtà più oscura e nascosta del crimine, non solo attraverso i fatti, ma esplorando motivazioni, psicologie e sfumature umane di chi compie azioni estreme. Ho scelto 10 storie vere di criminali (da Jeffrey Dahmer a Donato Bilancia, dalle Bestie di Satana a Ed Kemper), ciascuna unica e complessa, che ho approfondito per mettere in luce le molteplici sfaccettature della psiche criminale. Ogni storia è una finestra sul male, ma anche sul dolore delle vittime, che sono sempre il fulcro della narrazione. Questo libro, quindi, è nato da un desiderio di comprendere e di far comprendere, rispettando chi ha subito e restituendo dignità e giustizia a queste voci».
Tutto vero, dunque, quel che scrive?!
«Gli occhi del Male è interamente ispirato alla realtà. Ogni storia raccontata è basata su documenti, testimonianze e fatti. Tuttavia, non mi sono limitato a riportare, ma ho cercato di scavare più a fondo, lavorando sull’aspetto psicologico. L’intento è di offrire al lettore non solo una cronaca, ma una riflessione. La realtà, spesso, è molto più complessa e inquietante della finzione, e raccontarla nella sua crudezza è un impegno a cui ho dedicato molta cura».
Come nasce la passione per il crimine
«Nasca da un interesse che coltivo fin da bambino: la mente umana. Ho sempre amato osservare e cercare di comprendere cosa si cela nelle pieghe più nascoste della psicologia, cosa spinge le persone a compiere determinate azioni, soprattutto estreme. Dopo anni di studio in ambito psicologico, la passione si è trasformata in un percorso di ricerca e approfondimento. Scrivere di true crime è diventato il modo naturale per unire l’interesse per la psicologia e il desiderio di raccontare storie che possano far luce su aspetti profondi e poco esplorati della condizione umana».
Il fascino del crimine.
«È paradossale: da un lato ci spaventa, dall’altro ci intriga. Credo che il crimine attragga perché ci permette di esplorare i confini della nostra stessa natura, di confrontarci col lato oscuro che spesso preferiamo ignorare. Guardare il male negli occhi, per quanto scomodo, ci spinge a fare i conti con il concetto di giustizia, col dolore e con i valori della società in cui viviamo. La curiosità è intrinseca nell’essere umano, e il crime ci pone di fronte a un mistero che ci sembra quasi di dover decifrare per sentirci più sicuri».
Tra serie tv crime e fatti di cronaca
Le serie tv e i romanzi di genere sono gettonatissimi. Ma la realtà, spesso, supera la fantasia visti i fatti di cronaca più recenti…
«Assolutamente sì. La differenza tra una storia inventata e una vera risiede proprio nell’imprevedibilità del reale: nella cronaca, i limiti della morale e della logica vengono spesso infranti in modi che nessuno scrittore potrebbe immaginare. Penso che sia proprio per questo che le storie di crimini siano così seguite: non solo per il fascino di storie al limite, ma perché questi racconti, purtroppo, fanno parte del mondo in cui viviamo, e confrontarsi con loro ci permette di esplorare la nostra vulnerabilità».
Consigli a un giovane scrittore by Max Proietti.
«Prima di tutto, essere sincero con sé stesso: scrivere è un processo di scoperta personale, e ogni pagina dovrebbe riflettere ciò che lui o lei vuole davvero dire. Nel caso del true crime, consiglio di trattare sempre le storie con rispetto e rigore, perché dietro ogni crimine ci sono vittime e famiglie che meritano la massima sensibilità. E poi, non smettere mai di imparare e di leggere: la scrittura è come un muscolo, si rafforza solo attraverso la pratica e l’ascolto di storie e punti di vista diversi».
Quali sono i tuoi progetti, sogni?
Per il futuro mi piacerebbe scrivere un nuovo libro che scavi ancora più a fondo nelle complessità del crimine e della mente umana, raccontando storie vere in modo ancora più intenso e coinvolgente. Un altro sogno che ho è quello di portare queste storie in televisione, con un programma dedicato, per raggiungere un pubblico più vasto e offrire uno sguardo realistico e rispettoso su vicende che fanno parte della nostra società.
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