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5:00 am, 27 Settembre 24 calendario

Artisti, politici e intellettuali firmano l’appello #StopCrimesInPalestine

Di: Patrizia Pertuso
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Mentre la guerra in Medio Oriente continua ad allargare i suoi confini, si moltiplicano gli appelli per un cessate il fuoco immediato. L’ultimo si chiama #StopCrimesInPalestine (“Stop ai crimini in Palestina”) ed è stato presentato ieri nella sede romana della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Stavolta, parte da Massimo Amato, docente di Storia economica e Storia del pensiero economico all’Università Bocconi di Milano. Per lui, in Medio Oriente è in atto «una guerra bestiale». Assieme a Amato, tra i promotori, ci sono anche Laura Boldrini, parlamentare nonché ex Presidente della Camera, e il giornalista Gianni Giovannetti.

L’appello #StopCrimesInPalestine

“Chiediamo al Governo italiano e alla Commissione europea – si legge nella petizione lanciata oggi su Change.org che può essere firmata online da chiunque lo voglia – di mettere in atto tutti gli strumenti a loro disposizione non solo per giungere a un immediato cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi, ma anche perché cessino immediatamente la detenzione arbitraria senza limiti di tempo dei prigionieri palestinesi e le pratiche di tortura ormai accertate, e perché si attui il rispetto incondizionato dei diritti umani”.

L’appello chiede anche “l’interruzione dell’invio delle armi al Governo israeliano, le sanzioni nei confronti di Netanyahu e dei suoi ministri che incitano all’odio e la sospensione dell’accordo di associazione Israele-Ue, che si basa sul rispetto dei diritti umani”.

La presentazione di #StopCrimesInPalestine alla FNSI

«Quando lo abbiamo concepito non si era ancora aperto il fronte libanese – spiega Boldrini – il nostro messaggio assume ora ancora più valore, se possibile. Stiamo assistendo all’annientamento del popolo palestinese».

Nel corso dell’incontro di ieri alla FNSI, Boldrini ha presentato Yara Abushab, una studentessa di Gaza che, un anno fa, era arrivata in Italia per un tirocinio di un mese e poi, per lo scoppio della guerra, è rimasta bloccata qui. Grazie a una campagna di crowdfunding la giovane è riuscita a salvare parte della propria famiglia che ha potuto varcare il valico di Rafah.

Poi, si sono susseguiti i video con le testimonianze di Yousef Hamdouna, palestinese residente in Italia, di Ori Goldberg, analista politico israeliano, e anche un messaggio di chi vive ancora sotto le bombe a Gaza.

L’appello è arrivato alla Meloni e alla Von der Leyen

#StopCrimesInPalestine è arrivato ieri alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e a quella della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, accompagnato da due lettere nelle quali i firmatari richiedono “iniziative concrete”.

Tra i firmatari di #StopCrimesInPalestine intellettuali, politici, artisti e scienziati

Tra i firmatari di #StopCrimesInPalestine ci sono intellettuali, politici, artisti, scienziati fra cui Giorgio Parisi, Premio Nobel per la Fisica.

Fra gli scrittori, hanno firmato già lo storico Alessandro Barbero, Dacia Maraini e Viola Ardone, mentre tra i politici figurano i nomi del parlamentare Andrea Orlando, di Pier Luigi Bersani, di Mimmo Lucano, sindaco di Riace e parlamentare europeo, e di Cecilia Strada, parlamentare europea.

Dal mondo del giornalismo e dello spettacolo hanno espresso il loro appoggio a #StopCrimesInPalestine Corrado Formigli, Gad Lerner, Rula Jebreal e Riccardo Cucchi, insieme a Alba Rohrwacher, Fabrizio Gifuni, Saverio Costanzo, Laura Morante, Emanuele Crialese e al costituzionalista Gustavo Zagrebelsky.

Lo scorso maggio Metro aveva pubblicato l’appello “Antropolog* per la Palestina”

Lo scorso 21 maggio Metro aveva pubblicato l’appello “Antropolog* per la Palestina”, lanciato da docenti e ricercatori delle Università d’Italia e all’estero. In quel caso si era voluta prendere posizione “contro un progetto il cui carattere genocidario è ormai evidente, mettendo in campo gli strumenti della scienza antropologica per riconoscere i legami tra sapere e potere, ovunque essi emergano”.

I firmatari chiedevano anche di “avviare un dibattito in una dimensione pubblica e politica come fanno gli studenti per fare pressione sulle istituzioni e boicottare gli accordi sia militari che con gli atenei israeliani”.

“Antropolg* per la Palestina” era, infatti, nato in concomitanza con le proteste studentesche che sfociarono nell’occupazione di diversi Atenei con l’insediamento di tende nelle Università.

PATRIZIA PERTUSO

27 Settembre 2024 ( modificato il 26 Settembre 2024 | 18:01 )
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