Paolo Briguglia: “Attore per caso, ma quanto lavoro per arrivare!”
Un settembre ricco di progetti e soddisfazioni professionali per Paolo Briguglia. L’attore palermitano, classe 1974, è protagonista con Giuseppe Fiorello della serie “I fratelli Corsaro” su Canale5.
Paolo Briguglia, che esperienza è stata?
«Esperienza bellissima. Con Beppe abbiamo trovato un grande affiatamento, con l’obiettivo di creare una serie che potesse coinvolgere, appassionare e divertire il pubblico. E poi c’è Palermo, la mia città, bellissima».
Qualche aneddoto o curiosità durante le riprese di questa serie?
«Diversamente da quel che succede in questi casi (si girano gli esterni fuori e gli interni a Roma) la serie è interamente girata a Palermo, casa per casa, e questo per dare un’impressione ancora più forte della città. Ho girato in molti dei posti che frequentavo da ragazzo o da bambino, un’emozione fortissima».
Briguglia è anche su Food Network
Con Giusy Battaglia si diverte a scoprire i sapori della Sicilia…
Come è nata questa esperienza e come sta andando?
«È nata da un invito di Giusina che ho accettato con piacere. Per me è un’esperienza nuova. Qui non devo interpretare nessun ruolo e mi diverto a essere me stesso, a scoprire e a fare scoprire al pubblico posti e tradizioni culinarie della mia terra. Il gradimento del pubblico è altissimo e questo ci riempie d’orgoglio».
Scoperte?
«Per esempio a Zafferana etnea, alle pendici dell’Etna, una specie di calzone fritto gigantesco che si chiama “la siciliana”, condito con formaggio locale e acciughe, materie prime povere e contadine, dal sapore eccezionale. E poi il paese di Palazzolo Acreide, dove non ero mai stato e dove si concentrano dei laboratori dolciari raffinatissimi».
Su Riauno è nella serie “Brennero” e poi, per rimanere in tema Sicilia, dal 10 settembre è nella fiction “I Leoni di Sicilia”.
«Brennero e Leoni sono due progetti e due personaggi così diversi… E che, per puro caso, sono finiti vicini nella programmazione Rai. Nel rivedermi mi sono divertito molto per il triplo salto mortale! Nei Leoni di Sicilia sono un uomo dell’ottocento che vive un’impresa incredibile e un amore intenso e appassionato, in Brennero sono un serial killer…».
La sua prima volta da attore
Quando ha capito che sarebbe stata la sua strada?
«È successo al liceo, ero approdato al corso di teatro della scuola trascinato dai miei compagni, senza grandi aspettative. Per me è stato come un rapimento. La prima volta che sono salito sul palcoscenico davanti al pubblico ho capito che era l’inizio di qualcosa di nuovo, come quando le vele si gonfiano per il vento e la barca inizia a muoversi. Ma c’è voluto tantissimo lavoro per farla diventare la mia strada».
Ora che fa, si riposa un po’? Oppure…
«Riposare? Mi reputo molto fortunato di poter fare il lavoro che amo, questo non mi fa sentire fatica, mai. Piuttosto cerco di restare un po’ a casa con mia moglie e le mie figlie. Ho passato l’ultimo anno lontano, a lavorare da un capo all’altro del paese…».
Nel frattempo, ha un progetto?
«Sto lavorando in teatro a un testo che ho scritto insieme a un amico drammaturgo, che affronta il tema (ma non vi spaventate, in qualche modo è una commedia!) del disastro climatico imminente. Che cosa resterà di umano negli uomini dalle parti della fine del mondo?».
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