Nuovi attacchi tra Russia e Ucraina, Biden verso il sì ai missili Storm Shadow
Gli attacchi tra Russia e Ucraina non si fermano. Le forze speciali russe hanno distrutto cinque rocafforti e circa 50 soldati delle forze armate ucraine nella regione russa di Kursk. “Utilizzando carri armati T-72B3M, equipaggi del sistema missilistico anticarro Kornet e mortai 2B11 – riferisce il servizio stampa della Guardia russa sul canale Telegram -, le forze speciali hanno colpito le posizioni delle forze armate ucraine, il ché è stato confermato dalle riprese di controllo di un drone”.
Due attacchi russi nella regione di Kharkiv: 3 morti e 9 feriti
Nella regione di Kharkiv, nel nord-est dell’Ucraina, due attacchi russi hanno provocato la morte di tre persone e il ferimento di altre nove, tra cui tre soccorritori. Lo hanno riferito le autorità locali, precisando che il raid più pesante, costato la vita a tre persone, ha preso di mira Borova, villaggio a sud-est di Kharkiv, la seconda città più grande dell’Ucraina spesso obiettivo delle forze russe. Un altro bombardamento aereo ha colpito il quartiere di Kyivskyi a Kharkiv ferendo cinque persone.
La Russia revoca l’accreditamento a sei dipendenti dell’ambasciata britannica a Mosca
Intanto, “sulla base dei documenti forniti dall’Fsb russo, nonché in risposta ai numerosi passi ostili di Londra, il ministero degli Esteri russo, in collaborazione con i dipartimenti interessati, ha revocato l’accreditamento di sei dipendenti del dipartimento politico dell’ambasciata britannica a Mosca – si legge in un comunicato dello stesse Fsb ripreso dall’agenzia Tass – , nelle cui azioni sono stati scoperti segni di attività di raccolta di informazioni sovversive. Questi documenti indicano che nel Regno Unito l’unità principale che coordina la politica sovversiva in direzione della Russia (e dei Paesi precedentemente appartenenti all’Urss) è il dipartimento dell’Europa orientale e dell’Asia centrale del ministero degli esteri britannico, che è stato trasformato in un servizio speciale dopo l’inizio dell’operazione militare speciale in Ucraina, il cui compito principale è quello di infliggere una sconfitta strategica al nostro Paese”.
Il premier britannico Starmer: “E’ stato Putin a iniziare la guerra ed è lui che può porvi fine”
Il premier britannico Keir Starmer, dal canto suo, tuona: “E’ stato Vladimir Putin a iniziare la guerra in Ucraina, ed è lui che può porvi fine in qualsiasi momento. La Russia ha invaso illegalmente l’Ucraina. L’Ucraina ha il diritto all’autodifesa”. L’affermazione arriva come reazione alla dichiarazione di ieri del presidente russo, che ha parlato di “guerra fra Nato e Russia” se gli alleati occidentali daranno a Kiev il via libera per l’uso delle armi a lungo raggio in territorio russo.
Come riporta il Guardian, Starmer ha parlato con i giornalisti durante il viaggio che lo ha portato negli Usa, dove oggi ha in programma un vertice con il presidente Joe Biden.
Secondo le indiscrezioni pubblicate ieri dallo stesso Guardian, gli Stati Uniti e il Regno Unito avrebbero concordato, insieme ad altri alleati, di consentire all’Ucraina di colpire obiettivi militari all’interno della Russia con missili Storm Shadow, che hanno una gittata di almeno 190 miglia, su richiesta di Kiev: di qui la dura reazione di Putin.
NYT, Biden propenso a dire sì ai missili Storm Shadow
Mentre l’Unione Europea condanna l’Iran per i missili a Mosca ed eleva nuove sanzioni, Biden è propenso a dire sì all’uso di missili a lungo raggio da parte dell’Ucraina per raggiungere la Russia. Secondo il New York Times, i missili non sono forniti dagli Usa. La notizia arriva a poche dall’arrivo a Washington del nuovo premier britannico Keir Starmer. Il Regno Unito ha già espresso agli Usa l’intenzione di concedere all’Ucraina il via libera all’utilizzo dei missili Storm Shadow.
La condanna dell’Ue verso l’Iran, elevate nuove sanzioni
Josep Borrell, in una dichiarazione a nome dell’Ue, afferma: “L’Unione europea condanna fermamente il recente trasferimento alla Russia di missili balistici di fabbricazione iraniana. Questo trasferimento costituisce una minaccia diretta alla sicurezza europea e rappresenta un’escalation sostanziale e materiale della fornitura di droni e munizioni iraniani, utilizzati dalla Russia nella sua guerra illegale di aggressione contro l’Ucraina”.
“La posizione dell’Unione europea sul coinvolgimento dell’Iran nella guerra della Russia – prosegue Borrell – è sempre stata chiara. L’Unione europea ha ripetutamente messo in guardia l’Iran contro i trasferimenti di missili balistici alla Russia. L’Ue risponderà rapidamente e in coordinamento con i partner internazionali, anche con nuove e significative misure restrittive nei confronti dell’Iran, tra cui la designazione di individui ed entità coinvolti nei programmi iraniani relativi a missili balistici e droni, e a questo proposito sta valutando misure restrittive anche nel settore dell’aviazione iraniana”.
Il ministro della Difesa cinese: “Il negoziato è l’unica via di uscita per Gaza e l’Ucraina”
Intanto, dalla Cina, arrivano le parole del ministro della Difesa, Dong Jun in apertura del Forum Xiangshan di Pechino, per il quale “il negoziato” e “una soluzione pacifica” sono “l’unica via d’uscita” dalle guerre a Gaza e in Ucraina.
“La fine di ogni conflitto – ha detto – è la riconciliazione. Ogni Paese ha il diritto di salvaguardare i propri interessi di sicurezza e di sviluppo, ma per risolvere i problemi è necessario un giusto ordine internazionale. La Cina è disposta a costruire la pace insieme alle forze armate di altri Paesi”. Ieri sera Dong, secondo quanto riferito dal ministero della Difesa cinese, ha avuto un incontro con il viceministro della Difesa russo Alexander Fomin, che si trova a Pechino per partecipare al forum, durante il quale il russo ha affermato che le relazioni tra Pechino e Mosca “sono di grande importanza per la sicurezza e la stabilità globale e regionale”.
“Quanto più grave è il conflitto – ha detto Dong -, tanto più importante è non abbandonare il dialogo e le consultazioni. Solo la riconciliazione può porre fine a un conflitto”. Poi ha invitato tutti i paesi del mondo a promuovere “lo sviluppo pacifico e una governance inclusiva”. E ha denunciato inoltre la “proliferazione dei concetti di sicurezza nazionale” e chiesto “nuove tecnologie a beneficio di tutta l’umanità”, riferendosi ai tentativi degli Stati Uniti di impedire a Pechino l’accesso a tecnologie all’avanguardia.
Secondo i media, il forum di Xiangshan accoglie per tre giorni più di 500 rappresentanti provenienti da oltre 90 paesi e organizzazioni. Tra i punti in discussione all’ordine del giorno ci sono le relazioni tra Cina e Stati Uniti, la sicurezza in Europa e in Asia e le questioni di sicurezza in un mondo multipolare. Tra gli ospiti c’è anche Michael Chase, il vice segretario alla Difesa degli Stati Uniti, pochi giorni dopo i colloqui tra i vertici di Washington e Pechino.
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