Medio Oriente
3:54 pm, 13 Settembre 24 calendario

MO, torna in Turchia la salma della 26enne uccisa in Cisgiordania

Di: Redazione Metronews
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E’ rientrata in Turchia la salma di Aysenur Ezgi Eygi, la giovane attivista 26enne con passaporto turco e americano uccisa dalle forze di sicurezza israeliane lo scorso venerdì in Cisgiordania. Il corpo è giunto a Istanbul dopo uno scalo in Azerbaigian e proseguirà per il suo ultimo viaggio verso Didim, città di origine della famiglia sulla costa sud, dove domani verranno eseguite esequie e sepoltura.

La salma arriverà a Didim dove domani si svolgeranno i funerali

Tutto il piccolo paese è in attesa, adornato di bandiere turche, come in genere avviene per i militari caduti. E la medesima accoglienza riservata ai militari è stata preparata anche presso l’aeroporto di Istanbul. La bara, avvolta in una bandiera turca, è stata fatta sfilare trasportata sulle spalle da militari in alta uniforme. I funerali sono stati pagati dal governo e una preghiera è stata svolta alla presenza di autorità locali. Ora l’ultimo viaggio, un volo fino a Smirne e un tragitto via terra fino alla piccola cittadina per la cerimonia di sepoltura.

L’esame autoptico sulla salma smentisce Biden: il proiettile non ha subito rimbalzi

Intanto i medici dell’ospedale di Nablus, in Cisgiordania, hanno pubblicato i dati dell’autopsia sul corpo della giovane e stabilito che il proiettile che ha colpito la testa di Aysenur non aveva subito alcun rimbalzo, come affermato invece dal presidente americano Joe Biden.

Il presidente turco Erdogan: «Efferato ed odioso omicidio»

Il consolato turco a Los Angeles si è occupato di organizzare il viaggio della famiglia dagli Stati Uniti in Turchia. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva parlato di «efferato ed odioso omicidio» e annunciato che la Turchia si sarebbe fatta sentire in tutte le sedi opportune.

Chi era Aysenur Ezgi Eygi

Aysenur Ezgi Eygi era nata in Turchia nel 1998, ma si era poi trasferita all’età di un anno negli Stati Uniti con la famiglia.  Negli Usa la giovane ha sempre vissuto e aveva ottenuto una laurea in Psicologia e Culture mediorientali appena lo scorso giugno, presso l’Università di Washington.

Eygi è stata uccisa durante una manifestazione nella città di Baita, nel nord della Cisgiordania, dove è stata colpita da un proiettile alla testa partito da lontano. Secondo il governatore di Nablus, Ghassan Daghlas, la giovane sarebbe stata vittima di un cecchino. La manifestazione cui la giovane partecipava era una protesta contro gli insediamenti illegali che si stanno moltiplicando nell’area, circa 300 tra Cisgiordania e Gerusalemme est. La tensione è salita alle stelle quando gli stessi coloni hanno attaccato il corteo e le forze di sicurezza israeliane sono intervenute per disperdere i manifestanti. Ezgi si trovava in Cisgiordania per partecipare alla campagna Fazaa, un’iniziativa per proteggere i contadini palestinesi da violazioni e abusi dei coloni israeliani.

Il padre di Eygi: «Ci aspettiamo che gli Usa mostrino sensibilità come ha fatto la Turchia»

«Ci aspettiamo che gli Stati Uniti mostrino sensibilità rispetto all’omicidio di nostra figlia, come ha fatto la Turchia». Queste le parole pronunciate da Mehmet Suat Eygi, padre della 26enne. Commentando la decisione del governo turco di aprire un’indagine indipendente sulla morte della giovane e chiedere l’arresto dei responsabili, Mehmet ha dichiarato di «serbare la speranza che gli Usa facciano lo stesso» e ha definito le circostanze che hanno causato la morte della figlia «un efferato omicidio».

«Mia figlia è morta per combattere le ingiustizie»

«Ci siamo trasferiti in Usa quando mia figlia aveva meno di un anno – ha detto il padre -, lei è cresciuta lì, lì ha fatto tutte le scuole e negli Stati Uniti ha imparato cosa è la libertà. E’ cresciuta come una vera cittadina americana e mi aspetto che gli Stati Uniti mostrino la stessa sensibilità della Turchia rispetto alla sua morte. Mia figlia era laureata da pochi mesi, era sposata, non aveva alcun problema finanziario. Aveva solo scelto di aiutare gli altri e combattere per le ingiustizie che ci sono in questo mondo. E’ morta per questo».

 

 

 

 

13 Settembre 2024
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