Medio Oriente
5:45 pm, 13 Settembre 24 calendario

Hezbollah chiede di lasciare il sud del Libano per “estesi attacchi”

Di: Redazione Metronews
condividi

Il movimento di Hezbollah ha chiesto ai residenti che vivono nel sud del Libano, vicino al confine con Israele, di lasciare le loro case. Lo riporta l’emittente televisiva libanese Al Nahar spiegando che Hezbollah ha detto ai cittadini che abitano nelle città vicine al confine di aspettarsi «estesi attacchi israeliani e un aumento delle minacce e dei preparativi per la guerra». La notizia è stata riportata anche dalla tv israeliana Kan mentre si teme una nuova escalation al confine tra il nord di Israele e il sud del Libano.

Dall’inizio degli scontri sul confine tra lo Stato ebraico e il gruppo sciita filo-iraniano lo scorso ottobre, oltre 100 mila residenti sono stati evacuati dal Libano meridionale, ma molti altri vivono ancora in aree sotto attacco israeliano.

L’Idf dichiara di aver scoperto nove tunnel lungo il Corridoio Philadelphi

Dal canto loro, le Forze di difesa israeliane hanno riferito di aver scoperto nove tunnel lungo il Corridoio Philadelphi tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, tutti sigillati dal lato egiziano. Secondo quanto appreso dall’Idf, la maggior parte delle attività in questi tunnel si è svolta durante la presidenza egiziana di Mohammed Morsi tra il 2012 e il 2013 mentre sotto Abdel Fattah al-Sisi i tunnel sono stati sigillati.

L’Idf afferma inoltre che ci sono scarse possibilità che questi tunnel vengano utilizzati per il contrabbando e ritiene che la maggior parte delle armi a Gaza siano state prodotte all’interno della Striscia, utilizzando materiali introdotti di contrabbando attraverso i valichi di Rafah e Kerem Shalom.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva posto come condizione per un accordo sul cessate il fuoco a Gaza che i militari israeliani restassero lungo il Corridoio Philadelphi per impedire il contrabbando di armi a favore di Hamas e della Jihad islamica palestinese. L’insistenza di Netanyahu su questo punto rappresenta l’ostacolo principale ai negoziati finalizzati a un accordo che permetta.

Proseguono le proteste a Tel Aviv dei familiari degli ostaggi

Intanto, proseguono le proteste a Tel Aviv per chiedere un accordo che porti alla liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas a Gaza. Decine di attivisti e familiari dei rapiti hanno bloccato Namir Road a Tel Aviv vicino Yarkon Bridge, incatenandosi tra loro, accendendo fumogeni colorati e accusando il governo di aver «abbandonato alla morte» i loro cari. I manifestanti hanno anche dipinto in terra, in grandi dimensioni, il simbolo giallo che rappresenta gli ostaggi. La protesta è durata circa un’ora prima che la polizia li sgomberasse.

Domani verrà trasmesso un audio di un ostaggio rapito da Hamas

Una nuova manifestazione si terrà domani sera Tel Aviv durante la quale verrà trasmesso un audio di Matan Angrest, un soldato tenuto in ostaggio da Hamas. Ad annunciarlo, il Forum dei familiari dei rapiti. La clip è stata trovata dai militari israeliani nella Striscia di Gaza diversi mesi fa ed è stata data alla famiglia di Angrest che ha acconsentito alla diffusione al pubblico. Nell’audio, si sente il soldato appellarsi al premier Benjamin Netanyahu affinché lo salvi.

Ucciso in Cisgiordania dagli israeliani un dipendente Unrwa, costretta a sospendere i servizi

Arriva dall’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi, la denuncia dell’uccisione, da parte dell’esercito israeliano in Cisgiordania, di un suo dipendente. E’ la prima volta che accade in dieci anni, si legge in una nota. “L’Unrwa – si legge in una nota – piange la morte di un collega ucciso durante la notte nel campo di Al Fara, nel nord della Cisgiordania. Sufyan Jaber Abed Jawad è stato ucciso sul tetto della sua casa da un cecchino durante un’operazione militare israeliana notturna. Sufyan lavorava come operatore sanitario e lascia la moglie e cinque figli”.

In Cisgiordania si registra “un livello di violenza senza precedenti” che “mette in pericolo le comunità” locali, prosegue la nota secondo la quale l’Unrwa si è trovata costretta a sospendere i servizi a sostegno dei rifugiati per il rischio “inaccettabile” che il suo personale corre.

Oms, successo del primo ciclo di vaccinazioni contro la poliomielite a Gaza

Si è invece chiuso con successo, per il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, il primo ciclo di vaccinazioni contro la poliomielite a Gaza, raggiungendo più di 560 mila bambini in tutta l’enclave palestinese.

“Oltre 560 mila bambini di età inferiore ai 10 anni sono stati vaccinati contro la poliomielite durante il primo ciclo di una campagna di vaccinazione di emergenza a Gaza, che si è concluso ieri”, ha affermato il capo dell’Oms sul social X.

Tedros ha ringraziato tutti i team sanitari che hanno condotto la “complessa operazione”, parlando di “un enorme successo in mezzo a una tragica realtà quotidiana in tutta la Striscia di Gaza”, e ha aggiunto: “Immaginate cosa si potrebbe ottenere con un cessate il fuoco”.

13 Settembre 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo