Marco Melegaro
4:47 pm, 9 Settembre 24 calendario
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Marco Melegaro in libreria con “Aspettando Carosello”

Di: Redazione Metronews
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Marco Melegaro l’ha fatto ancora. Il giornalista di Skytg24  è tornato in libreria con  “Aspettando Carosello. Specchio e sogno di un’Italia spensierata” (Zolfo editore, 312 pagine, 18 euro), con la prefazione di Carlo Conti: un libro che parla di uno spaccato lontano della nostra televisione ma che è in realtà la storia di un’Italia a cavallo tra il bianco e nero ed il colore, tra il miracolo economico e quella voglia di sentirsi Paese con le canzoni di Domenico Modugno o con i programmi di Mike Buongiorno. Un paziente lavoro di scavo che ci restituisce una Atlantide televisiva sommersa dai giorni e dai cambiamenti (come dimenticare l’uomo nel traffico del Cynar?) ma che ricorda a tutti da dove veniamo. E infatti Melegaro, parlando del primo appuntamento di Carosello, la chiama paleotelevisione.

Marco Melegaro e l’Italia di “Aspettando Carosello. Specchio e sogno di un’Italia spensierata”

Marco Melegaro è un giornalista televisivo e la tv è il suo mondo, un codice che usa in questo suo nuovo lavoro  per percorrere a ritroso la storia del nostro Paese mettendo lentamente a fuoco l’evoluzione di gusti e costumi di un’Italia probabilmente irripetibile. Lo aveva già fatto in realtà nel 2017 con “Carosello, genio e pubblicità all’italiana“: ma in questo nuovo libro riversa su carta una  nuova tessitura giornalistica complessa fatta di ricordi, testimonianze, aneddoti che, messi insieme, regalano una trama che scorre parallelamente alla storia del Paese, a tratti abbracciandola.

Lo sapevate che fu Luciano Emmer, prima di virare sulla pubblicità,  a girare in esterna la scena poi divenuta iconica in cui Audrey Hepburn e Gregory Peck girano Roma su una Vespa?  C’è da rimanere di stucco aprendo questa scatola dei ricordi che rimandano a continui link nella memoria. Intanto, il tempo passa, l’Italia scopre i supermercati e «l’America si infila nei carrelli della spesa». Persino Lauretta Masiero e Alberto Lionello finiscono per pubblicizzare le creme per capelli della “tricofilina Sappa”. Siamo nel 1958 ed i lavoratori dell’industria superano per la prima volta quelli impiegati nelle campagne. Decollano i concorsi a premi, le ditte scoprono l’importanza della pubblicità.

È il 1958 quando a Carosello debutta la Bialetti  con il celeberrimo omino coi baffi che parla con la bocca a forma di lettera. La sua voce sarà quella di un giovane Raffaele Pisu che, come tanti altri protagonisti di quella tv che nasceva, si racconta a Melegaro.

Ci sono tutti nel calderone di Carosello e nell’epopea che segnerà. Da Mike Bongiorno a Dario Fo a Giorgio Albertazzi, fino a Paolo Ferrari, Armando Testa, Bruno Bozzetto e persino Giuliano Montaldo, scomparso nel 2023.

C’è persino un gigante come Eduardo De Filippo che cede alle lusinghe della pubblicità interpretando degli spot per la “Pomata Icarsan” (quelli erano gli anni in cui il drammaturgo napoletano era a caccia di finanziamenti per la ristrutturazione del teatro il cui rudere aveva acquistato, il San Ferdinando di Napoli). Mentre dissero sempre no «Marcello Mastroianni, Anna Magnani e Monica Vitti».

E tanti sono i protagonisti di quei giorni in bianco e nero che si raccontano al taccuino da cronista di Marco Melegaro. Interessante anche l’approccio dell’autore, che fa parte di una delle redazioni più avanzate del panorama giornalistico contemporaneo e che segue da vicino con la cura di un medico durante il parto la nascita della televisione commerciale.

È una storia, questa di “Aspettando Carosello. Specchio e sogno di un’Italia spensierata”, e le storie scorrono tra un’Italia che scopre il frigorifero ed i costumi che mutano con una rapidità fino ad allora sconosciuta. Così dal percorso a ritroso emerge anche la figura di Giorgio Amendola, leader del Pci, e di una fetta d’Italia sospettosa nei confronti della pubblicità «dei frigoriferi e delle televisioni». Dietro ci sono i podromi di uno scontro nascente tra blocchi continentali che conosceremo solo qualche anno dopo.

E poi i favolosi anni ’60, quelli dei nostri genitori («il 5 febbraio 1960 al cinema Capitol Hill di Milano viene proiettata per la prima volta La Dolce Vita»), arrivano le Olimpiadi a Roma con Nino Benvenuti che vince la medaglia d’oro nel pugilato, categoria pesi Welter, e finisce pure lui dritto a Carosello.

Alzi la mano che sapeva che Ermanno Olmi diresse alcuni spot per la Piaggio. O che Tinto Brass, anno 1972, sconfinò negli spot (alcuni di questi divennero anche seriali, l’involontario preludio di una sit com commerciale).

«Carosello è parte della vita di un’intera generazione, una tappa fondamentale nella storia della tv», ha scritto Carlo Conti nella sua prefazione. «In questo suo libro Melegaro non si limita a raccontare Carosello, ma ci fa rivivere il periodo storico e gli eventi di quegli anni con un eccellente parallelismo tra ricordi e fatti di una Italia ancora in bianco e nero». Ed è così.

Una tra le tante chicche – qui siamo negli anni Sessanta, tra il boom edilizio, la beat generation ed i cambiamenti sociali – è l’aver riportato alla luce lo spot della Innocenti Austin A40, interpretato da Gigliola Cinquetti che aveva appena vinto il Festival di Sanremo con una canzone che farà storia: “Non ho l’età”. Ma anche Mimmo Modugno, mister Volare, farà da testimonial ad un lubrificante della Api.

Insomma: l’Italia cambia, arrivano le auto, i frigoriferi, i giovani rompono gli schemi e la tv è lì, a raccontare tutto.

Le pagine di Marco Melegaro ci riportano in un territorio amico ma oramai lontano, tra la neve finta usata per gli spot della della Motta di Luciano Emmer, l’Ippopotamo Blu della lines e l’arrivo delle tv private, che farà calare i titoli di coda su questo mondo.

Pagine che ci ricordano chi siamo, e soprattutto da dove veniamo.

9 Settembre 2024
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