Scoperto il primo semaforo di Roma installato nell’estate del 1928
Nella storia dei semafori in Italia si è sempre attribuito il primato a quello installato il primo aprile del 1925 a Milano – a livello mondiale preceduto da Londra (1868), Chicago (1910) e Cleveland (1914) – con i successivi esperimenti a Roma solo a partire dall’autunno del 1929 ad opera del vice comandante dei Vigili del Fuoco, il vulcanico ingegnere Filippo Ugolini. Ma ora la scoperta di un’immagine anticipa almeno di un anno – all’estate del 1928 – l’esordio delle segnalazioni luminose di regolazione stradale nella Capitale e riduce così ad appena 3 anni il vantaggio tecnologico meneghino. La fotografia, pubblicata in copertina sul notiziario del Reale Automobile Club d’Italia del 19 agosto 1928, mostra infatti una sorta di “totem” bianco con la scritta “girare a destra” a mezza altezza, mentre sulla sommità occhieggiano degli oblò vetrati. La didascalia recita: “Sono stati collocati in questi giorni a Roma, nel viale che da piazza dell’Esedra conduce a piazza della Stazione, due colonnine sormontate da un piccolo faro a luce rapidamente intermittente allo scopo di regolare la circolazione”.
Un’invenzione sofferta
Dunque, a tutti gli effetti, degli antesignani dei semafori erano comparsi sullo stradone oggi intitolato al secondo presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Ma queste “colonnine di indirizzamento” sino ad oggi erano sfuggite alla storiografia del traffico romano. Del resto l’applicazione dell’invenzione del semaforo nella Capitale – come è ben ricostruito in uno scritto di Antonio Venditti – appare assai sofferta. Dopo la metà degli anni Venti le vetture in circolazione erano in rapido aumento e gli incidenti, anche gravi, all’ordine del giorno. Per questo motivo il Governatore di Roma, il Principe Boncompagni, aveva persino inviato in missione all’estero i componenti della commissione capitolina alla mobilità. Ma i consiglieri erano tornati senza aver trovato alcuna soluzione praticabile. Si mise così all’opera l’ingegnere Filippo Ugolini, che propose di ispirarsi alla segnaletica usata dalle ferrovie. A settembre del 1929 il primo test di un apparecchio realizzato a sue spese, con un passaggio dal verde al rosso però troppo veloce che fu causa di un immediato tamponamento. Va ricordato inoltre che all’epoca il verde stava in alto e il rosso in basso (le posizioni furono invertite solo nel 1960). Si pensò allora di inserire un segnalatore acustico al cambio di colore. Ma il rimedio fu ancora peggiore, con proteste per il continuo rumore del semaforo. Abolita la suoneria, fu chiesto agli automobilisti di far suonare la tromba prima di partire. Un frastuono insopportabile.
Da largo del Tritone a largo Goldoni
Anche le due successive evoluzioni non riuscirono a risolvere tutte le problematiche: né il “semaforo automatico” installato a largo Tritone nel 1930 – che veniva comandato a mano tramite una colonnetta sul marciapiede e il cui caotico funzionamento è testimoniato in un filmato dell’Istituto Luce del Natale del 1931 – né il semaforo “a tempo pedonale” testato nell’ottobre del 1932. Ebbe invece più successo il semaforo “a tempi rivelati” attivato l’11 gennaio 1934 in largo Goldoni, con il passaggio dal rosso al verde accompagnato dal progressivo spegnersi di una fila di lampadine. Il funzionamento di questo “nuovo semaforo del Governatorato di Roma” è documentato in un filmato dell’Istituto Luce del 1934.
Oltre 1.300 impianti ora in funzione
Compiendo un salto temporale di 90 anni, attualmente degli impianti semaforici della Capitale si occupa Roma Servizi per la Mobilità. Man mano tutte le lanterne stanno passando a led, mentre diversi attraversamenti pedonali sono già stati dotati di conto alla rovescia. Del resto si parla di ben 1.387 impianti semaforici in città, di cui 528 centralizzati e collocati sugli assi radiali di entrata e uscita dal centro città (Colombo, Laurentina, Appia, Tuscolana, Casilina, Prenestina). La nuova sfida è quella del “coordinamento semaforico” che, se ben applicato, può aumentare dell’8,5% la velocità di percorrenza riducendo allo stesso tempo del 4,8% le emissioni di CO2. Tra milanesi e romani resta comunque da sempre una sostanziale divergenza sull’interpretazione dei colori del semaforo, come ben testimoniato da questo video della serie “Una milanese a Roma“.
© RIPRODUZIONE RISERVATA