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12:59 pm, 28 Giugno 24 calendario
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Top Jobs, Italia ignorata. La frustrazione di Meloni

Di: Redazione Metronews
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Top Jobs, Italia ignorata. La frustrazione di Meloni al Consiglio europeo. La premier: «Nomine sbagliate nel metodo e nel merito».

Top Jobs, Italia ignorata. La frustrazione di Meloni

Il momento delle decisioni alla fine è arrivato. Nella notte in cui il Consiglio europeo dà il via libera alle nuove cariche apicali dell’Unione europea, Giorgia Meloni si astiene sulla riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea. Poi vota no alla designazione del socialista portoghese Antonio Costa come presidente del Consiglio europeo e della liberale estone Kaja Kallas come Alto rappresentante per gli affari esteri della Ue.

Sceglie la linea dura, la premier italiana, dopo aver tuonato in patria contro la «logica dei caminetti» e la «conventio ad excludendum» che a suo dire Ppe, S&D e Renew avrebbero attuato nei confronti dell’Italia preconfezionando il loro “pacchetto” sulle nomine per i top jobs.

Al termine dei lavori, prima con un tweet e poi in un punto stampa Meloni ribadisce la sua posizione: «La proposta di popolari, socialisti e liberali per i nuovi vertici europei è sbagliata nel metodo e nel merito. Ho deciso di non sostenerla per rispetto dei cittadini e delle indicazioni che da quei cittadini sono arrivate con le elezioni».

Le trattative per assegnare i commissari Ue

In attesa del pronunciamento del Parlamento europeo, che dovrà esprimersi sulla nomina di von der Leyen, i riflettori sono puntati sulle trattative per l’assegnazione dei commissari: «Continuiamo a lavorare per dare finalmente all’Italia il peso che le compete in Europa», scrive infatti la presidente del Consiglio.

Calato il sipario sul Consiglio europeo, il primo della nuova legislatura, fonti di Palazzo Chigi spiegano la ratio della scelta di Meloni e rimarcano come davanti ai leader degli altri 26 Paesi Ue la premier italiana abbia esternato la propria contrarietà al metodo che i negoziatori popolari, socialisti e liberali hanno seguito nella scelta dei profili, esprimendo voto contrario a Costa e Kallas.

Von Der Leyen confermata, l’ira di Salvini

Per quanto riguarda la nomina di von der Leyen a presidente della Commissione, sottolineano le stesse fonti, «si è deciso per un voto di astensione nel rispetto delle diverse valutazioni tra i partiti della maggioranza di governo», dove coesistono orientamenti differenti come quello di Antonio Tajani, che sostiene la candidata del Ppe von der Leyen, e quello di Matteo Salvini, che invece sente «puzza di colpo di Stato» sulle nuove nomine.

Palazzo Chigi ora aspetta di conoscere «le linee programmatiche» di von der Leyen e «aprire una negoziazione sul ruolo dell’Italia». Un ruolo che Roma intende far valere chiedendo una vicepresidenza della Commissione e un commissario con deleghe pesanti: tra i nomi in pole c’è quello ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, che potrebbe accasarsi a Bruxelles come commissario alla Coesione e al Recovery Plan.

 

 

28 Giugno 2024
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