Svizzera
3:29 pm, 16 Giugno 24 calendario

Svizzera, vertice per la pace in Ucraina: bimbi rapiti, nucleare e sicurezza alimentare

Di: Redazione Metronews
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Il vertice internazionale di pace per l’Ucraina si è concluso in Svizzera con una certezza: Kiev dovrebbe avviare un dialogo con la Russia per porre fine alla guerra, sostenendo con forza l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina.

“Crediamo che il raggiungimento della pace richieda il coinvolgimento e il dialogo tra tutte le parti”, si legge nel comunicato finale, sostenuto dalla stragrande maggioranza dei Paesi che hanno partecipato al vertice. Il documento ha anche riaffermato l’impegno per “l’integrità territoriale di tutti gli Stati, compresa l’Ucraina”.

Zelensky chiede un secondo vertice di pace

A più di due anni dall’invasione da parte della Russia, i leader e gli alti funzionari di 84 fra Stati e organizzazioni hanno trascorso il fine settimana a Burgenstock , una località montana svizzera per un vertice di due giorni dedicato alla risoluzione del più grande conflitto europeo dalla Seconda Guerra Mondiale. E si affaccia già la possibilità, richiesta da Zelensky, di un secondo vertice. Il presidente ha precisato che l’Ucraina ha già raggiunto degli accordi preliminari per continuare il lavoro attraverso gruppi specifici con diversi Paesi, inclusi Francia, Turchia, Kenya, Arabia Saudita e Stati Uniti, Norvegia, Polonia, Canada, Qatar, Cile, Ghana, Finlandia, Paesi Bassi, Germania e Regno Unito. Il capo dello Stato ha invitato altri Paesi ad avanzare le loro proposte a questi gruppi. Nel secondo summit l’Ucraina vuole presentare alla Russia un piano di pace concordato a livello internazionale. La presidente svizzera Viola Amherd ha dichiarato nelle sue osservazioni conclusive: «Rimane una domanda chiave: come e quando la Russia può essere inclusa nel processo? Lo abbiamo sentito in molte delle vostre dichiarazioni: una soluzione duratura deve coinvolgere entrambe le parti».

Viola Amherd: «Se Putin venisse in Svizzera, non sarebbe arrestato»

Il presidente russo Vladimir Putin, secondo Viola Amherd, potrebbe recarsi in Svizzera per partecipare a ipotetici negoziati senza essere arrestato, nonostante il mandato emesso nei suoi confronti dalla Corte penale internazionale. L’ordine d’arresto prevede eccezioni in caso di negoziazione, ha spiegato la presidente, precisando che il permesso d’ingresso in territorio svizzero dovrà essere approvato dal Consiglio federale, l’esecutivo nazionale di cui lei stessa fa parte.

Dopo un vertice che la Svizzera e l’Ucraina, i due co-organizzatori, hanno considerato un successo per l’elevato numero di leader riuniti per dimostrare il loro sostegno alla causa ucraina, Amherd ha assicurato che il Paese ospitante è disposto anche al dialogo con altri Paesi che si sono rifiuti di partecipare, come la Cina.

Il ministro degli Esteri svizzero Ignazio Cassis ha aggiunto che informerà la Russia e le altre nazioni sui risultati dell’incontro di questo fine settimana e analizzerà anche «le modalità per convergere» con altre potenze come Cina e Brasile.

Secondo la stampa svizzera, durante un incontro avuto con Amherd lo scorso 12 giugno a Ginevra, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che non era presente a Burgenstock, si sarebbe offerto di mediare tra Kiev e Mosca.

Il vertice di pace a Burgenstock sui 10 punti di Zelensky

I colloqui di Burgenstock si sono svolti su aree di terreno comune tra il piano di pace in 10 punti di Zelensky, presentato alla fine del 2022, e le risoluzioni delle Nazioni Unite sulla guerra, approvate con ampio sostegno. Il mandato ristretto è stato un tentativo di raccogliere il più ampio sostegno attenendosi fermamente a temi coperti dal diritto internazionale e dalla Carta delle Nazioni Unite.

I tre gruppi di lavoro di oggi al vertice di pace

Oggi i Paesi si sono divisi in tre gruppi di lavoro che si sono occupati di sicurezza nucleare, questioni umanitarie, sicurezza alimentare e libertà di navigazione nel Mar Nero.

Gli aspetti umanitari: lo scambio dei prigionieri e il rilascio dei bambini rapiti

La sessione sugli aspetti umanitari si è concentrata sulle questioni relative ai prigionieri di guerra, ai detenuti civili, agli internati e al destino delle persone scomparse. Si è discusso anche del rimpatrio dei bambini portati in Russia dal territorio ucraino occupato. La dichiarazione finale sollecita il pieno scambio dei prigionieri di guerra e il ritorno dei bambini deportati.

La sicurezza alimentare

Oggi il summit si è concentrato anche sulla sicurezza alimentare, esaminando il crollo della produzione agricola e delle esportazioni, che ha avuto un effetto a catena in tutto il mondo, dato che prima della guerra l’Ucraina era uno dei granai del mondo. I colloqui hanno riguardato non solo la distruzione di terreni fertili a causa delle operazioni militari, ma anche i rischi continui posti dalle mine e dagli ordigni inesplosi. Gli attacchi di artiglieria alle navi nel Mar Nero hanno fatto lievitare i costi del trasporto marittimo.

La sicurezza nucleare

Il gruppo sulla sicurezza nucleare ha esaminato la fragile situazione della sicurezza delle centrali nucleari ucraine, in particolare di Zaporizhzhia, dove tutti i reattori sono stati spenti da meta’ aprile. I colloqui si sono concentrati sulla riduzione del rischio di incidenti derivanti da un malfunzionamento o da un attacco alle strutture nucleari ucraine.

Zelensky: «Siamo tutti interessati alla sicurezza delle centrali nucleari»

«Tutti nel mondo  – ha detto Zelensky – siamo interessati alla sicurezza delle centrali nucleari e di altri impianti nucleari. Sono grato ai partecipanti al vertice della pace per aver compreso appieno questo e riconosciuto la necessità di ripristinare la completa sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia (…) Vorrei anche ringraziare tutti i leader e i Paesi che hanno sostenuto i nostri sforzi per garantire la libertà di navigazione. Sono questi passi pratici verso la sicurezza e il ripristino della pace che faranno capire a tutti nel mondo che la Carta delle Nazioni Unite puo’ essere ripristinata nella sua piena efficacia, come tutti i suoi principi e obiettivi».

Respinta la richiesta di ritiro di Putin dal sud e dall’est del Paese

Venerdì il presidente russo Vladimir Putin aveva chiesto la resa effettiva di Kiev come base per i colloqui di pace. La richiesta di Putin all’Ucraina di ritirarsi dal sud e dall’est del Paese è stata ampiamente respinta al vertice. Ma il Cremlino ha insistito oggi che l’Ucraina dovrebbe “riflettere” sulle richieste di Putin, citando la situazione militare sul campo. «L’attuale dinamica della situazione al fronte ci mostra chiaramente che continua a peggiorare per gli ucraini – ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov -. E’ probabile che un politico che mette gli interessi del suo Paese al di sopra dei propri e di quelli dei suoi padroni rifletta su una simile proposta».

«Quando arriverà una pace giusta e sostenibile, saremo tutti presenti per aiutare l’Ucraina a ricostruire», ha dichiarato il Primo Ministro canadese Justin Trudeau nel discorso finale dei leader invitati. «Le persone che hanno perso la vita, le famiglie distrutte, non saranno in grado di riportarle indietro. Questa è la conseguenza più dolorosa della guerra: la sofferenza umana».

I Paesi che hanno firmato il documento finale del vertice

I Paesi che hanno firmato il documento sono Albania, Andorra, Argentina, Austria, Belgio, Benin, Bosnia, Bulgaria, Capo Verde, Canada, Cile, Costa Rica, Consiglio d’Europa, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca, Repubblica domenicana, Ecuador, Estonia, Commissione europea, Parlamento europeo, isole Fiji, Finlandia, Francia, Gambia, Georgia, Germania, Ghana, Grecia, Guatemala, Ungheria, Islanda, Iraq, Irlanda, Israele, Italia, Giappone, Giordania, Kenya, Kosovo, Lituania, Lettonia, Liberia, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, Moldova, principato di Monaco, Montenegro, Olanda, Nuova Zelanda, Macedonia del Nord, Norvegia, Palau, Peru’, Filippine, Polonia, Portogallo, Qatar, Corea del sud, Romania, Ruanda, San Marino, Serbia, Singapore, Slovacchia, Slovenia, Somalia, Spagna, Suriname, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Gran Bretagna, Stati Uniti e Uruguay

Tredici Paesi non lo hanno appoggiato

Ma non tutti i partecipanti hanno appoggiato il documento: Armenia, Bahrein, Brasile, India, Indonesia, Colombia, Libia, Messico, Arabia Saudita, Sudafrica, Suriname, Thailandia ed Emirati Arabi Uniti non hanno dato il loro sostegno

Meloni: «L’Italia ha fatto la sua parte e non intende smettere»

«L’Italia ha fatto la sua parte» per aiutare Kiev «e non intende smettere». Lo sottolinea la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «Tuttavia – aggiunge – dobbiamo unire tutti i nostri sforzi per aiutare l’Ucraina a guardare verso il futuro. E’ esattamente quello che abbiamo fatto al vertice del G7 sotto la presidenza italiana, dove abbiamo appena raggiunto un accordo per fornire» all’Ucraina «circa 50 mld di dollari di sostegno finanziario aggiuntivo entro fine anno, facendo leva sui ricavi straordinari provenienti dai beni congelati alla Russia. E’ un risultato estremamente significativo, il risultato di un grande lavoro di squadra fatto dai leader del G7».

Von der Leyen: «La pace non sarà raggiunta in un colpo solo, sarà un viaggio»

La conferenza per la pace in Svizzera «è intitolata “la via per la pace” ed è giusto che sia così. Perché sappiamo che la pace in Ucraina non sarà raggiunta in un colpo solo. Sarà un viaggio». Lo dice la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen

 

 

16 Giugno 2024
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