gioco d'azzardo
5:42 pm, 9 Febbraio 24
Un servizio itinerante nei centri anziani per contrastare la ludopatia
Un servizio itinerante – rivolto espressamente agli anziani – con specialisti psicoterapeuti che svolgono prima informazione, consulenza e avviano il percorso di aiuto a chi soffre di dipendenza patologica dal gioco d’azzardo. I casi più preoccupanti vengono poi seguiti nei 3 centri specialistici di cura gratuita. Ad organizzare il tutto è la Cooperativa “Magliana ’80” nell’ambito del programma di auto mutuo aiuto per gioco d’azzardo patologico finanziato dall’Azienda pubblica servizi alla persona “Asilo Savoia” e dalla Regione Lazio. La rete di prevenzione con incontri per informare sui rischi del gioco d’azzardo è stata attivata nei centri anziani dei Municipi XI, XII e del Comune di Fiumicino. È la prima volta che un’iniziativa del genere viene rivolta ai centri anziani e si sta registrando un grande interesse.
Un servizio itinerante di sensibilizzazione
La dipendenza da gioco d’azzardo nella terza età è un fenomeno preoccupante, come dimostrano gli ultimi dati a disposizione: il 16% degli anziani (Osservatorio Nomisma 2021) gioca una volta al mese; mentre l’8% una volta a settimana e il 3% tutti i giorni. Tra chi ha giocato almeno una volta nell’ultimo anno, il 12% ha un rapporto problematico, mentre il 5% è a serio rischio di dipendenza dal gioco (ha scommesso più di quanto può perdere, ha chiesto soldi e dovuto vendere qualcosa per giocare). La “Silver Age” gioca soprattutto per distrarsi dai problemi (35%) o per curiosità e passatempo (29%); gli over 65 prediligono giocare in luoghi fisici – come le tabaccherie, le sale bingo, i bar, le agenzie di scommesse – mentre solo il 3% degli anziani gioca online. Il 21% tende a tenere nascosto questo “vizio”.
Il coraggio di parlarne
«Ho cominciato a giocare nel 1983 e poi, a fasi alterne, ho ricominciato e smesso di nuovo; sono stato costretto a vendermi casa prima che fosse pignorata perchè avevo debiti con le banche che non riuscivo più a coprire – racconta M., 68enne romano pensionato dopo 35 anni di lavoro alle Poste – giocavo due volte al giorno, la mattina e la sera, per 2-3 ore ogni volta e ogni volta puntava dai 200 ai 300 euro con una pensione di 1.500 euro. Non mi rendevo conto di quello che facevo, volevo vincere e volevo passare il tempo in compagnia degli amici al bar». M. racconta la sua storia quando a giocare non ci pensa più, «anche se – ammette – bisogna stare sempre in allerta perchè la ricaduta è dietro l’angolo». Ha smesso da cinque anni, proprio grazie all’aiuto ricevuto dagli psicoterapeuti della Cooperativa “Magliana ’80”, che ora mira ad estendere la sua campagna di sensibilizzazione contro i rischi del gioco d’azzardo. «Da solo non ce l’avrei fatta – conclude M. – il dialogo è importante. Non bisogna nascondersi, bisogna trovare il coraggio di parlarne».
9 Febbraio 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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