Roma città dell’acqua, 2 miliardi di investimenti
Roma città dell’acqua, previsti 2 miliardi di investimenti per migliorare la gestione e ridurre la dispersione delle delle risorse idriche.
Roma città dell’acqua, 2 miliardi di investimenti
Roma lavora e investe per ridurre gli sprechi e tutelare l’acqua, con modelli di consumo e di produzione sostenibili, basati sul riutilizzo della risorsa idrica, e politiche volte al contrasto degli effetti dei cambiamenti climatici, come alluvioni e siccità.
È questo il piano di azione comunale per la tutela e l’efficientamento della risorsa idrica. La Capitale, attraverso gli interventi di Acea, negli ultimi 5 anni ha ridotto le perdite della rete idrica al 27,8%. Nel 2018 le percentuale era al 43%.
«Il nostro obiettivo è quello di un piano di investimenti per ridurre l’impatto dei cambiamenti mondiali. Abbiamo già iniziato un’azione nelle zone più periferiche della città, ma complessivamente parliamo di oltre 2 miliardi di investimenti», ha spiegato il sindaco Roberto Gualtieri nel corso del convegno “Roma città dell’acqua”.
Un appuntamento al quale era presente anche il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci. Tra gli interventi anche quelli delle assessore capitoline all’Ambiente, Sabrina Alfonsi e ai Lavori pubblici, Ornella Segnalini, oltre all’amministratore delegato di Acea Fabrizio Palermo e alla presidente di Acea Barbara Marinali.
Tra questi 1,4 miliardi servono a ridurre le perdite delle reti idriche e ad approvvigionare la città in sicurezza, come l’investimento di oltre un miliardo per la realizzazione della seconda linea dell’Acquedotto del Peschiera. E poi circa 45 milioni sono destinati alla tutela del rischio alluvione e altri 500 milioni a realizzare impianti idrici e fognari nelle aree periferiche di Roma ancora sprovviste, oltre a manutenere le attuali e a potenziare il sistema di depurazione.
L’impegno del governo
Anche il governo sta lavorando a un piano di interventi per la tutela della risorsa idrica. «Se l’acqua è vita allora nei prossimi anni la sfida più importante è quella di garantirne l’utilizzo», ha spiegato il ministro della Protezione civile Nello Musumeci. «Per questo il governo ha già previsto interventi per oltre 4 miliardi di fondi Pnrr finalizzati alla riqualificazione delle reti di distribuzione, alla creazione di nuove infrastrutture per l’accumulo e la conservazione, e a infrastrutture che impediscano che l’acqua da risorsa preziosa diventi minaccia di morte».
Le strategie di Acea
Alla realizzazione di nuove infrastrutture più tecnologiche e alla formazione di operatori competenti nella gestione della risorsa idrica, infine, sono rivolti quindi gli investimenti di Acea. L’azienda «sta investendo e lavorando su soluzioni di quattro tipi» ha detto l’ad della partecipata Fabrzio Palermo, spiegando: «Quella comunicativa, perché con le scuole si può fare tanto. Quella relativa alle norme per la gestione e l’utilizzo della risorsa. La soluzione per gli operatori industriali, perché abbiano competenze e capacità di investire. E poi c’è il tema degli ambiti territoriali, che devono essere più ampi. Infine c’è il tema della tecnologia, con l’intelligenza artificiale, sul quale stiamo facendo grandi investimenti».
La candidatura al World Water Forum
Un nuovo impulso alla candidatura di Roma a ospitare il World water forum nel 2027 è arrivato proprio nel corso del convegno “Roma città dell’acqua”. Sugli scranni dell’Aula Giulio Cesare in Campidoglio si sono alternati gli interventi di amministratori locali e istituzioni.
La presidente del Comitato promotore per la candidatura della città all’evento internazionale sull’acqua, Maria Spena di Forza Italia, ha chiarito: «La candidatura di Roma è la candidatura dell’Italia intera e di un continente, l’Europa», ha spiegato. «Quest’anno il forum si svolgerà in Indonesia, a Bali, e speriamo di poterci ritrovare lì per un passaggio di consegna nelle mani dell’Italia – ha aggiunto -. Se dovessimo aggiudicarci la candidatura vogliamo cambiare la faccia dell’undicesima edizione. Oltre a coinvolgere i governi, enti locali e associazioni internazionali, vogliamo aprire le porte ai fornitori dei servizi e al settore privato. E poi vogliamo mettere al centro della celebrazione la parità di genere e incentivare la partecipazione delle nuove generazioni e delle nuove professionalità da tutelare».
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