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5:49 pm, 17 Gennaio 24 calendario

Putin alza la voce contro l’espulsione dei russi dai Paesi Baltici

Di: Redazione Metronews
Putin alza la voce
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Putin alza la voce e manda un altolà. Il presidente russo ha incaricato il governo, insieme al ministero degli Esteri e al Consiglio presidenziale per i diritti umani, di elaborare proposte per «proteggere i diritti dei connazionali all’estero e di adottare misure in caso di deportazione illegale entro il 1 luglio». Il leader del Cremlino aveva già avvertito che l’espulsione dei russi dalla Lettonia e altri Paesi baltici rappresenta «una minaccia alla sicurezza della Russia». Il riferimento è alla decisione della Lettonia, dal settembre 2023, di richiede ai russi e ai bielorussi di fornire un certificato di conoscenza della lingua lettone per rinnovare il proprio permesso di soggiorno. L’Ufficio per la cittadinanza e la migrazione della Lettonia ha annunciato il mese scorso che deporterà circa 1.200 cittadini russi che non hanno passato il test.

Putin alza la voce contro la “deportazione”

Uno dei casi più eclatanti è stato quello dell’espulsione dalla Lettonia, il 12 gennaio, del veterano di guerra russo Boris Katkov, 82 anni, con un «divieto di ritorno a tempo indeterminato». L’uomo è stato definito una «minaccia alla sicurezza nazionale». La portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, ha definito questo passo una provocazione volta a intimidire i residenti di lingua russa del Paese. Le parole di Putin sui connazionali all’estero, pronunciate in una riunione con i sindaci della Federazione, sono state interpretate dal think tank britannico Institute of Study of War (Isw) come la prova delle «intenzioni aggressive nei confronti dei Baltici». «Putin ha intensificato gli sforzi di lunga data del Cremlino per creare una base informativa per la futura escalation contro i Paesi baltici, probabilmente come parte dei suoi più ampi tentativi di indebolire la Nato», sostiene nel suo rapporto Isw.

Un messaggio di Navalny

Intanto il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, intervenendo al World Economic Forum non ha espresso ottimismo sulla situazione in Ucraina: «Siamo vicini a un accordo di pace fra Russia e Ucraina? In questo momento non lo vedo». «Putin non è riuscito a ottenere la vittoria, ma è ancora pronto a sacrificare giovani concittadini per perseguire le sue ambizioni», ha aggiunto Blinken. Nel terzo anniversario del suo arresto all’aeroporto di Mosca, di rientro dalla Germania, il leader dell’opposizione russa, Aleksei Navalny, che sta scontando quasi 30 anni di carcere, ha assicurato che non si pente di essere tornato in Russia. «Non voglio rinunciare nè al mio Paese nè alle mie idee – ha detto – non posso tradire nè le prime nè le seconde. Se le tue convinzioni valgono qualcosa devi essere disposto a difenderle. E, se necessario, fare qualche sacrificio», ha scritto l’oppositore in un messaggio diffuso dai suoi collaboratori sui social.

17 Gennaio 2024
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