Mare fuori: “Raccontiamo di ragazzi che sbagliano”
I protagonisti di Mare fuori entrano a gamba tesa sulle polemiche riguardo alle serie che alimentano (o, addirittura, scatenano) comportamenti violenti nei ragazzi.
«Non è che tutti quelli che hanno visto la nostra serie sono diventati più violenti, è il mondo che in generale è diventato più violento. Ma se guardi una serie tv e ti viene voglia di spaccare la testa a qualcuno, il problema lo hai tu e non la serie». Così Matteo Paolillo riguardo alle polemiche nate sulla scia del successo di serie come Mare fuori o Gomorra. Serie che, secondo alcuni, potrebbero scatenare comportamenti violenti da parte dei più giovani.
Mare fuori e la lotta tra il bene
Paolillo, che in Mare fuori interpreta Edoardo Conte (nel cast dalla prima stagione), non usa mezze misure per esprimere il suo pensiero e per rispedire al mittente questa idea.
«La serie ha sempre raccontato la lotta tra il bene e il male – spiega a Napoli, nel corso della conferenza stampa di presentazione della quarta stagione – e ha cercato di indirizzare le scelte di questi ragazzi che hanno sbagliato su una strada giusta, con tutte le difficoltà che possono esserci». Per Paolillo è troppo semplicistico dire che una serie come Mare fuori possa incitare alla violenza e fa notare che oggi «è necessaria l’educazione alla visione e all’arte. Non è l’arte che deve preoccuparsi dell’educazione – aggiunge – l’arte racconta la vita e la verità e noi lo facciamo in maniera fedele».
A fargli eco Massimiliano Caiazzo, in arte Carmine Di Salvo, uno dei personaggi principali della fiction. «Raccontiamo una storia – dice – che avviene dentro un carcere una condizione che è la diretta conseguenza di azioni criminali. Quel che accade in un penitenziario dev’essere raccontato, altrimenti diventa una paraculata. Bisogna raccontare l’ombra per spiegare cos’è la luce».
“Raccontiamo di ragazzi che hanno sbagliato”
L’amministratore delegato di Picomedia, che con Rai Fiction produce la fortunata serie, rimarca le differenze che a suo avviso ci sono tra le due serie in questione. «Se Poste italiane ha deciso di stampare un francobollo iconico che rappresenta Mare fuori – evidenzia Roberto Sessa – immagino che abbiano in testa un messaggio che sia un pò diverso da quello che arrivava da altre serie come Gomorra. Sono entrambe rispettabilissime, ma con finalità totalmente diverse».
Un concetto espresso in modo ancora più chiaro da un altro dei protagonisti, Vincenzo Ferrera. «Chi paragona Mare fuori a Gomorra non ha mai visto la nostra serie e parla solo per parlare», taglia corto. «Da ragazzo di 19 anni – dice Domenico Cuomo, in arte Cardiotrap – non mi sento in dovere di dover educare i miei coetanei, ma solo di rappresentare una generazione nel bene e nel male. Raccontiamo di ragazzi che hanno sbagliato, sbagliano e non possono essere certo maestri di vita, ma sono sicuramente dei grandi combattenti».
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