Milano
5:00 am, 22 Dicembre 23 calendario

FdI presenta il piano per “rigenerare” San Siro: più verde e più case

Di: Redazione Metronews
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Presentata a Palazzo Marino la proposta metodologica “Rigenerare la città” – il piano per la rigenerazione urbana, sociale e ambientale del quartiere San Siro, a partire da piazza Selinunte – realizzata dall’architetto Massimo Roj, fondatore e Ceo di Progetto CMR, insieme, tra gli altri, all’ingegner Gianni Verga. La proposta metodologica è stata esposta da Simone Orlandi del coordinamento cittadino di Milano di Fratelli d’Italia insieme a Riccardo Truppo, capogruppo di FdI al Comune di Milano.

Nel piano la demolizione delle case popolari per ricostruirle in altezza

In sintesi, il progetto prevede di demolire le case popolari di Mm e Aler e ricostruirle in altezza. Saranno integrati anche quote di edilizia libera e servizi per il quartiere.

«Oggi nell’area insistono circa 4.500 famiglie residenti, gran parte delle quali in affitto, alcuni proprietari e la maggior parte abusivi. Il progetto porta al raddoppio delle quantità residenziali. Potremo quindi pensare ad altre 4.500 unità nell’edilizia libera», ha spiegato l’architetto Roj, oltre al mantenimento delle attuali di edilizia popolare che continueranno ad esser gestite dal pubblico.

Alla fine, «su 330 mila metri quadri di costruito si potranno avere 200 mila metri quadri di verde senza andare fuori dalle regole esistenti», ha aggiunto, specificando che tra edilizia popolare e libera si arriverà a una popolazione di circa 12 mila persone.

Il quartiere San Siro (quadrilatero Selinunte) è stato costruito nel periodo che va dal 1931 al 1951, la superficie territoriale è di circa 305 mila metri quadrati, mentre la superficie lorda totale è di circa 336 mila metri quadrati.

Gli inquilini saranno spostati quando i nuovi edifici saranno pronti

Gli attuali inquilini saranno spostati quando i nuovi edifici saranno pronti. Protocollata per la seconda volta il 20 novembre 2023 (la prima volta due anni fa) “Rigenerare la città” è sulla scrivania di Matteo Mognaschi, presidente di Aler. Anche il Comune di Milano e la Giunta di Regione Lombardia hanno nuovamente ricevuto la ricerca.

Il piano prevede anche l’apertura a un’edilizia libera

Più nel dettaglio, hanno spiegato gli ideatori, con un processo di demolizioni e costruzioni si potrà dare luogo alla stessa quantità di edilizia popolare da destinare gradualmente alla popolazione esistente, aprendo anche a un’edilizia libera – che possa permettere l’integrazione di classi sociali diverse – a cui sommare i servizi: scuole, ospedali, uffici, ma anche palestre, centri sportivi, spazi culturali, giardini-parchi.

L’obiettivo è creare una città più inclusiva, dove mamme single, anziani, studenti, giovani coppie possano convivere, innescando un processo virtuoso di integrazione che metta al riparo dall’effetto “ghetto”.

«Il progetto è ambizioso e per questo abbiamo bisogno del lavoro di tutti, Comune, Regione Lombardia e privati – ha detto il nuovo coordinatore cittadino di FdI, Simone Orlandi -. Il comune su piazza Selinunte ha già preso posizioni e portato avanti progetti ma non possono bastare aiuole e panchine togliendo posti auto per risolvere i problemi della residenzialità. Quindi – ha aggiunto – faremo anche una iniziativa in piazza Selinunte a gennaio o febbraio coinvolgendo i cittadini».

Truppo: «Con questo piano parliamo di rivoluzione urbana»

Col progetto presentato oggi, ha commentato Truppo, «parliamo non di pezze urbanistiche ma di una rivoluzione urbana, con scarsissime risorse pubbliche e coinvolgendo i privati in una opera di forte interesse pubblico». Il capogruppo ha poi annunciato che «il progetto sarà portato in consiglio comunale con un ordine del giorno che ci auguriamo possa trovare trasversalità di adesioni. Confidiamo nel voto positivo dell’aula. Ci confronteremo con la maggioranza se agganciarlo al bilancio o iniziare a parlarne dopo».

Resta aperta la questione che riguarda lo stadio San Siro

Resta ancora aperta la spinosa questione che riguarda lo stadio San Siro. Dopo il respingimento da parte del Tar del ricorso cautelare di Palazzo Marino contro i pareri della Sovrintendenza e della Commissione regionale per il patrimonio, secondo i quali il secondo anello dello stadio è meritevole di tutela culturale, bisognerà aspettare il 14 marzo 2024 quando i giudici del Tribunale amministrativo regionale affronteranno la vicenda.

Dopo che il Tar della Lombardia aveva rigettato la richiesta di sospensiva del vincolo, avanzata dal Comune di Milano, che la Soprintendenza aveva posto per salvare San Siro e impedirne l’abbattimento, il capogruppo dei Verdi a Palazzo Marino Carlo Monguzzi aveva “cantato vittoria”: «Diventa sempre più incomprensibile che il Comune di Milano chieda di togliere un vincolo che tutela l’ambiente e i cittadini: abbattere San Siro provocherebbe l’emissione di 210 mila tonnellate di CO2 e il via vai di 150 camion al giorno per 5 anni. Interrompa la Giunta questo accanimento e convinca l’Inter a ristrutturare il Meazza o faccia una gara europea per la gestione dello stadio e dei dintorni».

22 Dicembre 2023 ( modificato il 21 Dicembre 2023 | 17:09 )
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