Operaio muore sul colpo in cantiere schiacciato da un carico caduto da una gru
Un operaio di 28 anni di origini egiziane è morto dopo essere rimasto schiacciato da una cassaforma metallica al decimo piano di un cantiere edile. L’incidente è avvenuto intorno alle 9 in via Paravicini all’altezza di di via Sammartini a Milano dove è in costruzione una torre residenziale di otto piani. L’operaio, Mohamed Ali Fathi Abdelghani, stava lavorando con altri colleghi quando durante la movimentazione di un’ autogru la cassaforma si sarebbe sganciata e lo ha colpito, uccidendolo sul colpo. Mohammed era in Italia da due anni per lavorare nell’edilizia. Da circa cinque mesi era impegnato nella costruzione della torre di via Parravicini, mentre in precedenza aveva lavorato per la stessa azienda per un altro edificio fuori Milano. Anche suo fratello lavora nel milanese come operaio edile, mentre la moglie e la figlia di tre anni sono rimaste in Egitto.
Ennesimo incidente in cantiere
«Si tratta dell’ennesima tragedia sul lavoro, continuiamo a fare richiami sulla sicurezza ma obiettivamente non si fa abbastanza» ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. «Vanno bene i protocolli, va bene tutto però c’è da fare di più sul tema della sicurezza – insiste – mi ricordo quello che abbiamo fatto a Expo che non era soltanto un protocollo ma una vigilanza continua dei lavori».
L’allarme della Cgil
«L’ennesimo infortunio mortale, l’ennesimo infortunio evitabile». Così la Camera del Lavoro di Milano commenta la notizia della morte in un cantiere di Mohamed Ali Fathi Abdelghani. «L’ennesima vita spezzata da commemorare – prosegue la Cgil -. Noi siamo stanchi di commemorare uno ad uno i morti sul lavoro quando le morti andrebbero prevenute collettivamente». «Non basta crescere – prosegue la nota della Cgil – non basta aumentare la ricchezza dell’area metropolitana grazie all’apertura di nuovi cantieri e al boom turistico, Milano cresce quando non lascia indietro nessuno, quando protegge le sue lavoratrici e i suoi lavoratori. Cresce quando si garantiscono misure di sicurezza adeguate e contratti regolari». «C’è bisogno di un’assunzione di responsabilità collettiva di tutti gli attori sociali, economici e dei servizi. Applicare e rendere esigibile il protocollo prefettizio su costruzioni e infrastrutture in tutti i suoi aspetti è un passo ineludibile e necessario. Qualificare prevenzione e controlli, riconoscere e valorizzare la rappresentanza, formare e informare meglio chi lavora su rischi e sicurezza, investire in innovazione e manutenzione dei macchinari sono fattori determinanti».
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