Ricomincio da me: metti una madre single e 5 adolescenti…
Prossimamente al cinema “Ricomincio da me” con una grande interprete: l’attrice Camille Cottin, nel ruolo di una madre ma non solo!
Vogliamo vivere! Anche se siamo madri, anche se dedichiamo gran parte della nostra vita ai figli, anche se abbiamo un lavoro frustrante, anche se tutto questo lo abbiamo scelto una volta. Ma è passato tanto tempo, i figli crescono, i lavori cambiano e Toni, madre di 5 adolescenti, single ed ex cantante sfiorata da un’ondata di successo, oggi vuole cambiare, fare qualcosa che possa davvero esser solo per sé. Insomma, non vuole rinunciare a vivere. E il suo grido è quello di milioni di donne che dopo i 40 anni vedono la prospettiva cambiare e l’urgenza di muoversi o restare impantanate per sempre.
“Ricomincio da me” una finestra sulla mezza età
È lei l’eroina di “Ricomincio da me”, dal 28 dicembre in sala. Protagonista Camille Cottin (che oggi sarà a Roma e incontrerà il pubblico al cinema Eden, alle 21) e regista Nathan Ambrosioni che così racconta l’origine del film: «Volevo indagare la mezza età. È una fase molto particolare in cui si mette tutto in discussione. In questo caso, lo stato di madre single quasi sempre a casa costituisce una specifica condizione sociale. Istintivamente diamo per scontato – continua il regista – che Toni abbia una dedizione assoluta verso i suoi figli, che costruisca tutto in loro funzione».
«In realtà questo film – spega ancora Ambrosioni – ci fa scoprire un altro lato della situazione. Toni mi interessa perché il suo status sociale la rende una vera eroina, che agisce nel mondo reale. È ben consapevole ormai che essere madre è, sì, meraviglioso. ma è anche una condizione con una scadenza ben precisa, ovvero quando tutti i suoi figli se ne andranno di casa. Toni non vuole arrendersi perché ha 43 anni, desidera ripartire con la sua vita. È come un’adolescente a fine liceo: deve scegliere un percorso professionale, trovare la sua strada. Prova esattamente quella aspettativa, ma si rende conto che alla sua età sarà molto più difficile. Perciò quello che attraversa è un periodo molto delicato».
La scelta è caduta sull’indimenticabile attrice di “Chiami il mio agente!”?
«Cottin è un’attrice che ammiro da molto tempo. Da adolescente ero un fan della serie tv “Connasse”. La sua allure mi affascinava. Poi ci sono stati “Chiami il mio agente!”, “La ragazza di Stillwater”, “House of Gucci”. I suoi ruoli sono rimasti impressi nella mia memoria cinematografica. Speravo potesse essere lei la mia Toni, avevo anche in mente il suo tono di voce mentre scrivevo. Ha qualcosa di molto particolare nel timbro, nel canto – chiarisce il regista – e nel suo modo di esprimersi. Un mix tra autorità e tenerezza, esattamente ciò di cui avevo bisogno. Cercavo di esprimere qualcosa di estremamente dolce attraverso questo ruolo: Camille rappresenta perfettamente tutto questo» conclude.
E il bello è che lo rappresenta sorprendendoci, passo passo. Come il regista ha voluto fortissimamente. «Toni si evolve indipendentemente da qualsiasi sguardo o presenza maschile. Trovavo interessante non imporre alla mia protagonista l’obbligo di cercare l’approvazione di un uomo quando agisce. Volevo rappresentare un personaggio che ricerca un senso di libertà, senza che sfoci necessariamente in una avventura romantica o sessuale. Ciò non significa che Toni non abbia pulsioni sessuali o che provi frustrazione o che sia incapace di amare, è solo che non ne ha voglia in quel momento. L’amore, nel senso romantico del termine, non è uno dei focus del personaggio in questo specifico periodo della sua vita», chiosa Ambrosioni.
Appunto lei vuole ricominciare solo da se stessa.
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