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8:22 pm, 4 Dicembre 23 calendario
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Preso in Spagna il “re” delle spaccate dopo 7 anni di latitanza

Di: Redazione Metronews
Spaccate
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Preso in Spagna dopo 7 anni di latitanza Roland Selimovic, il “re” delle spaccate. La sua banda aveva razziato decine di bancomat.

Preso in Spagna il “re” delle spaccate dopo 7 anni di latitanza

L’arresto è stato possibile grazie al Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia. Selimovic è arrivato ieri a Fiumicino, sotto scorta, dopo l’estradizione avvenuta a Madrid. Ora è rinchiuso nel carcere di Rebibbia. La vicenda è legata all’inchiesta “Ginepro”, dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma. I militari nell’agosto del 2016, eseguirono un’ordinanza del Gip del Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica. Il blitz dell’Arma portò all’arresto di otto persone e alla denuncia a piede libero di altre tre. Le accuse nei loro confronti erano associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti di dispositivi bancomat e casse continue. La tecnica che utilizzavano era quella della cosiddetta “spaccata”, utilizzando sempre dei carri attrezzi rubati.

I membri del sodalizio criminale erano uomini di etnia rom, residenti nei vari campi nomadi della Capitale, tutti con precedenti per reati contro il patrimonio. Il loro capo riconosciuto era proprio Roland Selimovic, che però riuscì a sparire prima del suo arresto.

L’indagine

L’indagine aveva consentito ai Carabinieri di documentare tra 13 ottobre 2015 e i mesi successivi, almeno 10 furti consumati e tentati razziando i bancomat di istituti di credito a Roma, in provincia di Latina e in Toscana. I malviventi, in orario notturno, asportavano materialmente i dispositivi  e le casse continue dopo averli “sradicati” grazie a furgoni o carroattrezzi rubati, trasportati in luoghi appartati  per poi essere aperti e svuotati dei contanti. I Carabinieri, anche attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, riuscirono ad accertare l’esistenza del sodalizio criminale. Un gruppo che poteva contare su diverse “batterie” di malviventi, che agivano nella Capitale e in trasferta.

La rete di complicità nei campi rom in tutta Italia

Il gruppo criminale poteva contare sul fondamentale appoggio di parenti o amici residenti nei vari campi rom presenti sul territorio nazionale, che garantivano supporto logistico alla banda di base a Roma. Questa rete di protezione e assistenza criminale ha rivelato agli investigatori l’esistenza di un’intricata rete di relazioni. A rendere più difficili le indagini, le comunicazioni tra i vari membri della banda e i loro fiancheggiatori esclusivamente in lingua rom. Una circostanza che ha reso particolarmente complessa l’attribuzione di compiti e funzioni all’interno dell’organizzazione.

In alcuni casi, i danni che i carri attrezzi provocarono nello sradicare i bancomat arrivarono a compromettere seriamente la stabilità degli immobili in cui le postazioni Atm erano ubicate, costringendo i vigili del fuoco ad evacuare le famiglie che vivevano negli appartamenti dei palazzi.

4 Dicembre 2023
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