Da inizio anno ci sono stati 107 femminicidi, l’83% avvenuti in ambito familiare
Da inizio anno «ci sono stati 107 omicidi di donne su 297 complessivi. Un dato che va inquadrato nell’ambito generale della violenza di genere non essendo prevista una fattispecie specifica di femminicidio». Lo ha sottolineato il vice capo della polizia Vittorio Rizzi intervenendo nell’aula magna del rettorato della Sapienza di Roma al convegno «Le donne. Un filo che unisce mondi e culture diverse» organizzato in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere. «Le chiavi di lettura del fenomeno sono molteplici, una è senz’altro la dimensione affettivo familiare – ha premesso il prefetto Rizzi – alla data del 30 settembre scorso, l’83% degli omicidi volontari di donne rientra in questa dimensione. Di questa percentuale, il 63% è maturata in una relazione con il partner o l’ex partner».
Da inizio anno 107 femminicidi
«I dati sui cosiddetti “reati spia” (violenza sessuale, maltrattamento in famiglia e stalking) sono percentualmente in diminuzione rispetto all’analogo periodo del 2022 – ha proseguito Rizzi – un dato significativo che riflette l’efficacia di alcuni strumenti messi in campo come ad esempio l’ammonimento del questore. Nel 2022 si è registrato il numero più alto di ammonimenti dall’entrata in vigore della legge con un aumento del 28% rispetto all’anno precedente. Ciò vuol dire che una risposta sotto il profilo del contrasto ha iniziato a produrre i suoi effetti. Un dato allarmante – ha concluso Rizzi – riguarda invece il 9% delle vittime minorenni dei “reati spia”. Allarmante perchè se normalmente l’abusante è un adulto, per due fattispecie di reato, la violenza sessuale di gruppo e quella presso gli istituti scolastici, l’abusante è spesso un coetaneo minorenne. Il dato richiede una maggiore e più efficace azione di tipo educativo».
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