Nel 2023 a Milano 537 denunce di violenza sessuale. Il 45% dei condannati ha meno di 35 anni
Le denunce per reati di violenza di genere – come maltrattamenti, violenza sessuale, stalking – nel distretto di Milano stanno aumentando di anno in anno. Nei primi otto mesi del 2023 (periodo gennaio-agosto) sono state 2.053 le denunce per maltrattamenti, 558 quelle per stalking, 517 per violenza sessuale e 20 per violenza sessuale di gruppo, a cui si devono sommare 33 denunce contro ignoti. Numeri quasi in tutti i casi superiori a quelli del 2019, quando si contavano 1.510 denunce per maltrattamenti, 665 per stalking, 339 per violenza sessuale e 12 per violenza sessuale di gruppo (+8 contro ignoti).
I numeri sono stati illustrati dalla procuratrice aggiunta di Milano Letizia Mannella, coordinatrice del dipartimento a tutela della famiglia, dei minori e di altri soggetti deboli, in occasione della conferenza stampa congiunta di tribunale e procura per presentare i dati sui reati di genere, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, con il presidente reggente del Tribunale Fabio Roia e la presidente della quinta sezione penale Elisabetta Canevini.
Crescono le denunce di violenza sessuale
L’aumento delle denunce non è necessariamente un dato negativo. «Io ritengo ci sia sempre una maggiore consapevolezza delle vittime e maggiore fiducia nelle forze di polizia e nell’autorità giudiziaria, quindi denunciano molto di più» ha detto Mannella, sottolineando tuttavia che ci sono «determinate situazioni, come quelle che riguardano comunità di filippini, bengalesi ed egiziani, in cui le donne anche se coinvolte in situazioni gravissime di maltrattamento, non parlano». Per questo «è necessario che autorità giudiziaria e i servizi sociali captino i cenni, a volte anche deboli richieste di soccorso, e intervengano prima che sia troppo tardi». L’appello della magistrata si rivolge però non sono a tutti, non solo ai professionisti del settore. «Per quanto le forze di polizia, la procura e il tribunale siano impegnati, noi non riusciamo a intervenire in tutte le situazioni. Occorre che tutta la popolazione sia allertata: bisogna creare una rete di intervento in modo che il vicino di casa, l’insegnante, il panettiere e tutti siano coinvolti e facciano le denunce».
Il 20 % dei condannato ha meno di 25 anni
Dopo un calo nel 2022 sono aumentante nei primi 10 mesi del 2023 le sentenze di condanne inflitte dal Tribunale di Milano nei processi con imputati accusati di reati da codice rosso (maltrattamenti, stalking, violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo). Aumenta il numero degli imputati, 763 quest’anno, e fino al 31 ottobre, dei condannati, 506 rispetto ai 479 del 2021, e delle persone offese, 763 raffrontate alle 630 di due anni fa. Complessivamente è aumentato anche il numero totale delle sentenze è aumentato dalle 732 nel 2021 passando alle 809 del 2022 fino alle 930 da gennaio al 31 ottobre 2023. Di quelle di quest’anno il 53% sono di condanna, il 23% di non doversi procedere e il 23% di assoluzione. Riguardo agli imputati il 92% sono di genere maschile. Il 60% sono italiani (+1% rispetto all’anno 2022). L’età maggiormente presente è nella fascia 26-35 anni (25% imputati) seguita dalla fascia 36-45 anni e 18-25 anni (113 imputati pari al 20%). Fra le persone offese il 73% sono italiane (+9%). L’età maggiore è nella fascia 26-35 anni (25%) seguita dalla fascia 18-25 anni (20%). Un «aumento della soglia di giovani adulti» che «ci preoccupa molto, perché evidentemente il modello di patriarcato culturale e di predominio maschile è ancora fortemente presente nelle giovani generazioni», ha detto il presidente del tribunale di Milano, Fabio Roia, ipotizzando che la ragione sia o che il modello «viene tramandato dalla famiglia o perché le agenzie di informazione e di educazione e la scuola non riescono efficacemente a sensibilizzare sul rispetto della donna e della diversità». Inoltre nel 2023 la sezione gip/gup ha emesso 498 misure cautelari per tutti i reati, 351 delle quali sono state emesse per reati orientati dal genere, come violenza sessuale, atti persecutori e maltrattamenti, pari al 70% di tutte le misure emesse nel 2023.
Inoltre “nell’ambito delle misure di prevenzione, quasi il 40% di tutte le misure emesse riguardano soggetti a pericolosità qualificata, che sono gravemente indiziati di maltrattamenti o atti persecutori”, ha aggiunto il magistrato.
Passando alle persone offese, come per gli imputati, l’età maggiore è nella fascia 26-35 anni (25%) seguita dalla fascia 18-25 anni (20%). «Questo è positivo perché significa che oggi le giovani donne denunciano di più rispetto al passato. Però ribadisce il dato che il predominio maschile si perpetua nelle relazioni dei giovani adulti», ha detto Roia.
La Rete antiviolenza
Anche il Comune di Milano ha reso noti dati e iniziative per le donne che subiscono violenza si manifesta, grazie all’azione della Rete antiviolenza cittadina, attraverso nove centri antiviolenza e nove case rifugio dove è possibile trovare ascolto, attraverso colloqui telefonici o in sede, supporto psicologico, orientamento legale civile e penale, assistenza sanitaria. Nel 2022 sono state 2.147 le donne che si sono rivolte alle strutture convenzionate e sono state supportate. Nel primo semestre 2023 sono state invece 1.629. Di queste, 61 hanno concordato un percorso di accoglienza nelle case rifugio cittadine. La maggior parte delle donne seguite nel 2023 ha un’età compresa tra i 21 e i 39 anni (50%), ma il numero è significativamente alto anche nella fascia tra i 40 e i 60 anni (oltre il 30%). Le donne che subiscono violenza sono nel 65% dei casi italiane e solo nel 43% dei casi sono economicamente autonome. Quasi sempre la violenza subita è di tipo psicologico (86% dei casi) o fisico (60%), anche se non mancano i casi di violenza di tipo economico (oltre il 20%), sessuale (22%) e stalking (16%) e molto spesso si sovrappongono e coesistono diversi tipi di soprusi. Il 60% delle donne supportate ha figli – spesso minori – che quindi, quasi sempre, hanno assistito alla violenza nei confronti della madre. Nell’80% dei casi le donne subiscono abusi da parte di un familiare (il 70% delle volte si tratta di mariti, conviventi, fidanzati o ex).
Per quanto riguarda l’attività della Polizia locale, dall’inizio del 2023 il Nucleo Tutela donne e minori ha trattato 240 fascicoli relativi a maltrattamenti in famiglia, stalking, violenze sessuali, revenge porn e pedopornografia. Inoltre, il Nucleo è impegnato in attività di formazione sia dei nuovi agenti e ufficiali del Corpo sia delle donne iscritte a Sicurezza in Rosa, il corso gratuito del Comune dedicato alle donne, per l’autodifesa e una maggiore consapevolezza. Per rafforzare il coordinamento cittadino fra le istituzioni e gli enti pubblici e privati che si occupano del contrasto alla violenza di genere, il Comune di Milano ha promosso la stipula del protocollo interistituzionale territoriale antiviolenza che vede come firmatari, oltre all’Amministrazione, circa 40 soggetti: i nove Municipi, i soggetti gestori dei centri antiviolenza e delle case rifugio della rete cittadina, il Tribunale ordinario, quello per i minorenni e le rispettive Procure, le Forze dell’ordine e la Prefettura, il sistema sanitario con l’Ats e le sue ASST, la Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, l’Ufficio Scolastico Territoriale e il Centro Italiano per la Promozione della Mediazione.
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