Processo Grillo Jr, Giulia Bongiorno: “Come sempre in Italia si vuole colpevolizzare la vittima di stupro”
Dura reazione dell’avvocata Giulia Bongiorno a margine del processo in corso al tribunale di Tempio Pausania che vede imputati per il reato di violenza sessuale di gruppo Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5S, e i suoi tre amici genovesi Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Bongiorno difende la ragazza italonorvegese 23enne che ha denunciato la presunta violenza subita durante una vacanza in Costa Smeralda nella notte fra il 16 e 17 luglio 2019. «Come spesso capita in questi processi – ha detto la legale – è come se la persona offesa dal reato che ha denunciato qualcosa di grave improvvisamente fosse sul banco degli imputati. Quindi, ci sono una serie di domande su com’era vestita, su precedenti frequentazioni, sulla scuola cattolica, ovviamente dirette a tratteggiare una personalità che poi alla fin fine la mia assistita ha sempre respinto. Credo che in Italia sia abbastanza frequente che si facciano domande dirette a screditare i testi. In questo momento io assisto una ragazza provata. Questa notte non ha chiuso occhio perchè ieri ha dovuto rivivere questa vicenda. Una ragazza che di fronte a tutte questa storia è come se volesse essere la più precisa possibile ma cade in momenti di grande sconforto, in momenti in cui vorrebbe che tutto finisse al più presto».
Bongiorno critica il controesame
«La mia assistita ha sempre, anche nelle chat, riferito che in realtà per lei il sesso è sacro – ha riferito ancora Giulia Bongiorno – ci sono delle chat che sono come le scatole nere degli aerei, cioè nella scatola nera si trova la verità. In una chat lei dice chiaramente che per lei il sesso è sacro, che una cosa è scherzare, avere degli atteggiamenti amichevoli ma che le dava fastidio che essendo norvegese venisse considerata come una persona leggera». La studentessa italo-norvegese è stata sottoposta oggi al controesame da parte degli avvocati degli imputati. «Sicuramente è una persona che ha avuto dei flirt, ma per lei il sesso è sacro, sacro – ha insistito la sua avvocata – questa è la linea che emerge in maniera documentale. Poi è chiaro, oggi si sta parlando della tuta, di com’era vestita».
Avvocati a caccia di contraddizioni
«È importante valutare la credibilità della denunciante – ha detto invece l’avvocato Gennaro Velle, che difende Francesco Corsiglia – il processo si gioca sulla attendibilità e credibilità della ragazza. Ci sono elementi di contraddizione rispetto alle dichiarazioni dell’altra ragazza che era presente e ad elementi ulteriori negli atti, a cominciare dai contenuti dei cellulari». Uno dei punti controversi riguarderebbe il bacio che Silvia – nome di fantasia della 23enne – si sarebbe scambiata al Billionaire con Ciro Grillo, di cui nelle ultime udienze, lo scorso settembre, aveva parlato la sua amica Roberta, altra parte offesa nel processo per le foto oscene scattatele quella notte mentre dormiva. «Non è stata la sola a parlare del bacio – ha aggiunto l’avvocato – ne ha parlato anche un altro testimone presente al Billionaire».
«Abbiamo fatto il nostro lavoro»
«Nessuna vittimizzazione secondaria, abbiamo fatto il nostro lavoro per accertare la credibilità e l’attendibilità del racconto della teste», ha detto ancora l’avvocato Velle. «Sì, abbiamo chiesto come fosse vestita la ragazza, che consideriamo un elemento chiave in un processo per stupro per capire come sono venuti via gli abiti dal corpo – ha aggiunto – un vestito, per esempio, è diverso da una maglietta o da pantaloni lunghi». Il controesame della ragazza proseguirà nelle prossime due udienze, già fissate per il 13 e il 14 dicembre. Altre due sono previste il 31 gennaio e il 1 febbraio 2024. «Noi avevamo proposto di non sentire la ragazza in aula e di fare acquisire direttamente al tribunale l’intera videoregistrazione della denuncia da lei presentata a Milano» al suo rientro dalla Sardegna quattro anni fa, ribadisce Velle. «Così avremmo evitato di fare ore e ore di contestazioni, che servono quando la teste dice cose diverse da quelle riferite durante le indagini preliminari. Avremmo così risparmiato fatica, tempo e sofferenza. Ma la parte civile ha voluto un esame ordinario». Le difese, secondo le quali la studentesse quella notte era consenziente, sostengono di aver rilevato «una miriade di difformità» rispetto a dichiarazioni precedenti. In aula è stato anche riprodotto un audio che Silvia ha mandato a un’amica il 28 luglio 2019, una decina di giorni dopo i fatti, e che gli avvocati della difesa ritengono elemento rilevante a discarico degli imputati.
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