Burn Skin all’Elfo, Cametti e Salvatore indagano il rapporto madre-figlia

TEATRO Arriva sul palcoscenico del Teatro Elfo Puccini, dopo il debutto milanese a Campo Teatrale nel novembre dello scorso anno, l’ultimo lavoro di Carolina Cametti, creato in duo con Claudia Salvatore: Burn skin sarà di scena nella sala Bausch dal 9 al 19 novembre.

Burn Skin, sul palco due donne per indagare il rapporto madre-figlia

Lo spettacolo, che vede in scena due donne, una madre e una figlia a confronto, tratta proprio del rapporto che si instaura tra queste due figure. E si pone alcune domande su quel cordone ombelicale che, a volte, fa fatica ad essere rescisso.

Siamo grandi abbastanza, adulte abbastanza, indipendenti abbastanza, o non lo saremo mai abbastanza? La madre genera la figlia, lo stesso sangue, eppure la pelle ha scritta addosso un’altra storia, dichiara la propria autonomia, una direzione diversa, pretende di non essere un prolungamento, un’estensione, un possesso per diritto di nascita, la pelle scotta.

La scena ibrida si fa ventre materno per un “feto” immerso in un amore difficile

Una scena ibrida che è ventre materno, culla, stanza privata; appartamenti confinanti fino ad un altrove, un fuori che trascina con sé un conflitto eterno irrisolvibile. Madri che non sanno lasciare andare, per un’inconsapevole paura della separazione dal proprio “feto”, un amore soffocante, o un amore assente; in ogni caso un amore difficile, impacciato, maldestro.

Figlie che si dibattono tra la dipendenza e l’autodeterminazione, tra il rifiuto e il bisogno intrinseco di accettazione. Una vita che per natura si oppone, si ribella all’interferenza, ma nello stesso tempo cerca costantemente di ottenere approvazione. Un legame tanto solido quanto pericoloso, che rischia di segnare le altre relazioni con un cedimento, una fuga o una dipendenza affettiva tormentata.

In Burn Skin due generazioni a confronto alla ricerca di un dialogo

Due mondi a contatto che cercano di amarsi, oltre il ricatto, oltre il senso di colpa dati da questa sospensione emotiva. Una madre, una figlia, due femminilità, due donne, due generazioni a confronto. Una ricerca continua di un equilibrio, di una comprensione, di un dialogo.