Riforma costituzionale: ok della maggioranza

Bisogna correre sulle riforme. L’input è arrivato al vertice convocato oggi a palazzo Chigi direttamente dalla premier Giorgia Meloni. Il governo e la maggioranza mettono in conto che si dovrà svolgere il referendum, considerato il “niet” di Pd e Movimento 5 stelle sul pacchetto che approderà in Consiglio dei ministri venerdì.
Per evitare che l’eventuale pronunciamento dei cittadini arrivi a fine legislatura, l’obiettivo è cercare di velocizzare le tappe. Ecco il motivo per cui – apprende l’AGI da fonti parlamentari della maggioranza – si è ragionato sulla possibilità di incassare il primo ok delle Camere alla riforma costituzionale prima che si svolgano le elezioni europee. Ipotesi che presenta delle incognite, ma maggioranza e governo tenteranno comunque l’accelerazione.

L’iter del ddl Casellati dovrebbe partire dalla Camera, mentre al Senato entro la prima metà di novembre la Commissione Affari costituzionali dovrebbe finire di votare gli emendamenti sull’autonomia.
Oggi all’incontro a cui hanno partecipato i leader dell’alleanza di governo, i tecnici di palazzo Chigi, i ministri Casellati e Ciriani, la premier Meloni e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Fazzolari, si è discusso sui contenuti della riforma.
Elezione diretta del Presidente del Consiglio
• L’elezione diretta del presidente del Consiglio in un unico turno, per 5 anni, e una scheda unica per la votazione del presidente del Consiglio e delle Camere.
• Un premio assegnato su base nazionale che assicura ai candidati e alle liste collegati al presidente del Consiglio dei ministri il 55 per cento dei seggi nelle Camere.
Sostituzione del Presidente del Consiglio
Sarà possibile, invece, la sostituzione del presidente del Consiglio, ma solo se sarà espressione della maggioranza e se attuerà il programma di governo. L’imperativo, per il centrodestra, è mettere la parola fine ai governi tecnici.
Si è deciso, inoltre, sempre secondo quanto si apprende, che la “sostituzione” del premier potrà avvenire solo una volta. Quanto alla legge elettorale, nel testo si parla solo di premio di maggioranza al 55%, senza tuttavia fornire altra indicazione sul sistema di voto. Maggioranza e governo hanno scelto di lasciare che siano le forze politiche in Parlamento ad affrontare la materia.
Il Presidente della Repubblica
• Il presidente della Repubblica conferisce l’incarico al presidente del Consiglio eletto e mantiene il potere di nominare i ministri, dietro indicazione del premier.
• Il presidente delle Repubblica, in caso di cessazione dalla carica del presidente del Consiglio, può conferire l’incarico di formare il governo al presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare eletto e collegato al presidente eletto
Norma anti-ribaltone
Via libera alla norma “anti-ribaltone”, individuata come una soluzione di compromesso considerato che in un primo momento si prevedeva di andare a elezioni nel caso di dimissioni del premier eletto dagli italiani.
I commenti
Matteo Renzi
«Mi fa ridere chi mi scrive: “ma perché in questo periodo stai attaccando il governo?” No, non sto attaccando il governo, è il governo che si sta attaccando da solo. Noi siamo sempre sulle stesse posizioni». Matteo Renzi, nella sua Enews, fa così il punto della situazione e ribadisce che «siamo alternativi alla maggioranza sovranista di Salvini e Meloni e siamo alternativi alla minoranza populista di Conte e Schlein».
«Se la Meloni porta la riforma costituzionale con l’elezione diretta del premier, noi ci siamo», conferma il leader Iv. «Se la maggioranza finalmente propone la Commissione Covid noi votiamo a favore. Se la maggioranza aumenta le tasse al ceto medio e sulla casa, noi – precisa – siamo radicalmente contrari».
«Noi siamo sempre noi: non cambiamo idea sulla base dei sondaggi ma combattiamo per le nostre idee. Mi pare l’unico modo per essere seri in politica, che dite?», conclude Renzi.
Alfredo Antoniozzi
«Giorgia Meloni mantiene i suoi impegni e porta all’approvazione del Cdm la riforma costituzionale che finalmente ci farà passare alla Terza Repubblica: la Seconda è stata opaca e ha allontanato i cittadini dalla partecipazione. Al Pd e ai Cinquestelle chiediamo senso di responsabilità: le loro obiezioni riguardavano il ruolo del Capo dello Stato e se dicono no alla riforma si assumono la responsabilità di una sconfitta e di una tendenza alla conservazione.
Non stiamo lavorando per noi ma per le generazioni future e l’introduzione del premierato può certamente contribuire a ricreare entusiasmo e voglia di partecipazione elettorale. Renzi responsabilmente ha detto sì. Giorgia Meloni è arrivata a presentare la riforma dopo un anno dimostrando senso di responsabilità, consultando le forze politiche e non mostrando i muscoli: per l’Italia è un’occasione da non perdere». Ha affermato il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi.
Matteo Salvini
«In arrivo venerdì in Consiglio dei ministri una riforma di buonsenso. Niente governi tecnici, ribaltoni, cambi di maggioranze e partiti al governo, niente nomine di nuovi senatori a vita. Il voto degli Italiani conterà finalmente di più». Lo scrive Matteo Salvini sui social, commentando il ddl Casellati di riforma costituzionale appena “approvato“ dal vertice di maggioranza di Palazzo Chigi.
Andrea Giorgis
«Se il primo ministro viene eletto dai cittadini non viene più nominato dal Presidente della Repubblica e legittimato dal Parlamento attraverso la fiducia. Dalla primazia del Parlamento si passa alla primazia del governo. La democrazia si riduce alla scelta del capo». Lo scrive su X Andrea Giorgis, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali del Senato.
Riccardo Magi
«La riforma costituzionale di Giorgia Meloni è la tomba della democrazia rappresentativa, il colpo di grazia al parlamentarismo, la fine del ruolo del Presidente della Repubblica come garante della Costituzione. Preoccupa che a presentare questa sgangherata riforma sia chi sta di fatto sopprimendo il parlamento e le prerogative dei parlamentari, trasformati ormai a meri passacarte da un esecutivo che abusa di decreti, voti di fiducia e che è arrivato persino a vietare la possibilità di presentare emendamenti. Va organizzata una forte opposizione in tutto il Paese a questo tentativo della destra di trasformare l’Italia nell’Ungheria di Orban, dove tutti i poteri sono concentrati nelle mani di una sola persona». Lo afferma Riccardo Magi, segretario di +Europa.
Dario Parrini
«Parlano di “premierato all’italiana” per darsi un tono. Ma la verità è che la riforma istituzionale ideata dalla destra toglie forza e autorevolezza al Capo dello Stato e al Parlamento, azzoppandoli e stravolgendo pericolosamente equilibri essenziali della Costituzione». Lo scrive su X il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della Commissione Affari costituzionali.
Carlo Calenda
«Caro Salvini, non riesco a immaginare ribaltone e tradimento dell’elettore peggiore di quello del governo che hai fatto con i 5S all’indomani delle elezioni del 2018, dopo aver assicurato ai tuoi elettori l’opposto. E che dire del passaggio da “fuori dall’Europa” “Ue fai di me ciò che vuo” oppure ancora le balle che hai raccontato ai pensionati sull’abolizione della Fornero. I ribaltoni li fate tutti i giorni disattendendo ogni promessa. E certo, sarà un gran guadagno per tutti i cittadini rinunciare ad avere in Senato Renzo Piano, Elena Cattaneo, Liliana Segre per mezzo simil Salvini in più. Vai a lavorare…il resto lo sai». Lo scrive sui social il leader di Azione Carlo Calenda, commentando quanto scritto dal vicepremier leghista Matteo Salvini (“niente ribaltoni e niente nomine di nuovi senatori a vita”) che aveva definito una «riforma di buon senso» il ddl Casellati.
Elisabetta Casellati
«Oggi a Palazzo Chigi la maggioranza ha dato il via libera alla presentazione del mio disegno di legge sulla riforma costituzionale nel Consiglio dei Ministri dì venerdì 3 novembre. Ancora una volta il centrodestra si conferma compatto. Abbiamo fatto un grande passo avanti verso la «riforma delle riforme», che darà stabilità al Paese e restituirà centralità al voto dei cittadini con l’elezione diretta del premier». Lo afferma sui social il ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Elisabetta Casellati.
Nicola Fratoianni
«Non riescono a mantenere le promesse fatte, non vogliono o non riescono a trovare le risorse per rispondere alle emergenze sociali dei cittadini che fra pensioni e stipendi fermi ed inflazione galoppante non arrivano alla fine del mese. E allora che fa la destra ? Accelera su una riforma delle Istituzioni che comprime ulteriormente la democrazia, svuota i poteri del Parlamento, indebolisce il ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica». Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra.
© RIPRODUZIONE RISERVATA