Teheran provoca: “Situazione incontrollabile”. Gli Usa avvisano di nuovo l’Iran: “Non esiteremo ad agire”. In arrivo una seconda portaerei. Sulla Ford serviti bistecche e aragosta (e non è una buona notizia…)

Gli Usa, dopo aver avvisato più volte l’Iran di non entrare nel conflitto tra Israele e Hamas, si preparano a scenari bellici che sembrano imminenti.
Le portaerei Ford e Eisenhower
La portaerei Usa Ford, la più grande del mondo, staziona da diversi giorni davanti a Israele, e l’attività a bordo (dove ai marinai è stato servito un pranzo “ricco” a base di bistecca e aragosta, cosa che normalmente anticipa brutte notizie come una battaglia in arrivo) è frenetica. E in zona sta arrivando anche un secondo gruppo di attacco con una seconda portaerei, la Eisenhower, che affiancherà la Ford nella protezione di Israele nel caso in cui venisse attaccato anche da Hezbollah.
“Non esiteremo ad agire” militarmente in caso di “allargamento” del conflitto, ha detto il ministro della Difesa Usa, Lloyd James Austin.
Gli Usa, l’Iran, Israele e Hamas
Secondo Blinken Washington vede una potenziale escalation nella guerra in corso in Medio Oriente a causa delle azioni dell’Iran. Gli Stati Uniti non sono alla ricerca di un’escalation, ha dichiarato Blinken, e sperano nel rilascio di altri ostaggi da parte del gruppo islamista palestinese Hamas.
Da Teheran intanto continuano ad arrivare provocazioni: il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha avvertito gli Stati Uniti e Israele che la situazione potrebbe diventare “incontrollabile” in Medio Oriente se questi due Paesi non “metteranno immediatamente fine ai crimini contro l’umanità e al genocidio a Gaza. “Oggi la regione è come una polveriera… Vorrei avvertire gli Stati Uniti e il regime fantoccio israeliano che se non metteranno immediatamente fine ai crimini contro l’umanità e al genocidio a Gaza, tutto sarà possibile in qualsiasi momento e la regione andrebbe fuori controllo”.
Altri camion a Rafah
Un altro convoglio di aiuti umanitari, composto da 17 camion, sarebbe entrato dal valico di Rafah, in Egitto, verso la Striscia di Gaza.
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