MLB Playoff ’23: Arizona pareggia, Houston sorpassa, è la notte delle grandi emozioni
Due partite meravigliose, entrambe terminate con un solo punto di scarto e decise sul filo di lana: i Diamondbacks vincono 6-5 e pareggiano la serie con i Phillies, gli Astros vincono 5-4 un’autentica battaglia sbancando per la terza sera di fila il campo dei Rangers.
AMERICAN LEAGUE CHAMPIONSHIP SERIES
Houston Astros – Texas Rangers: 3-2 (0-2, 4-5, 8-5, 10-3, 5-4)
Partita meravigliosa, questa gara 5 tra Rangers ed Astros, un condensato di tutto quello che può contenere una partita di baseball, dagli errori alle grandi difese, dalla rissa agli abbracci, dagli strikeout dei giganti del mound al fuoricampo del più piccolo di tutti, in realtà un gigante di questo sport, che alla fine la decide e porta i suoi Astros a una sola vittoria dal ritorno alle World Series. Con due partenti come Montgomery e Verlander, sarebbe lecito aspettarsi una partita chiusa, almeno negli inning di loro competenza, invece si sblocca già al primo attacco, con gli Astros che vanno sull’1-0 grazie al solo homer di Bregman con due out. Non ci sono altre segnature fino al sesto, ma la partita è comunque scoppiettante: nel terzo Texas lascia due uomini in base, imitata nel quinto da Houston, chiuso sulla discutibile scelta (o errore sui segnali?) di far giocare un bunt a sorpresa ad Altuve con due out e uomini agli angoli. Nella parte bassa del quinto arriva il pareggio dei Rangers, per merito del solo homer di Lowe, ma l’equilibrio non è destinato a durare: nel sesto, con uomini agli angoli e un out, la palla battuta da Abreu buca l’infield a causa di un banale errore di Seager, l’interbase, consentendo a Bregman di segnare l’1-2. Nello stesso attacco, però, la difesa dei Rangers si fa perdonare dai suoi tifosi, quando Semien chiude l’inning con una super presa in tuffo con basi piene su battuta di Peña. Parte bassa del sesto, gli Astros allungano ancora: Seager batte un doppio, poi Carter un singolo, quindi arriva l’home run da tre punti di Garcia a ribaltare il match sul 4-2 Rangers. La parte bassa dell’ottavo incendia ancor di più gli animi, quando lo stesso Garcia viene colpito da un lancio di Brian Abreu, rilievo di Houston: iniziano a volare parole grosse tra il battitore e il catcher Maldonado, divisi a fatica dall’arbitro di casa base, e in pochi secondi entrambe le panchine sono sul campo, tra spintoni e insulti. Ci vorrà qualche minuto per riportare la calma in campo, anche grazie alle espulsioni di Abreu, Garcia e di un furibondo Dusty Baker. Si arriva ancora sul 4-2 Rangers al nono inning, in cui Bochy tiene sul mound Leclerc, che era subentrato a un deludente Chapman già nell’ottavo. Leclerc parte bene, poi però mette due uomini in base e, infine, incassa il fuoricampo che ribalta per l’ennesima volta il match, quello da tre punti dell’ormai leggendario Josè Altuve, che stampa fuori la palla del 4-5 Houston! Il match non ha ancora finito di riservare emozioni, visto che nell’ultimo attacco i Rangers, contro Pressly, mettono in base sia il punto del pari che della vittoria (Garver e Heim), con zero out. Il closer di Houston, ben supportato dalla difesa, si riprende appena in tempo, e sigla una salvezza che vale oro. Giunti ad Arlington sotto 0-2, gli Astros rovesciano così le sorti di questa finale di American League, e domani avranno il primo match ball, in casa, per tornare alle World Series.
NATIONAL LEAGUE CHAMPIONSHIP SERIES
Philadelphia Phillies – Arizona Diamondbacks: 2-2 (5-3, 10-0, 1-2, 5-6)
Giunto a gara 4, Tovullo, manager dei D’Backs, sceglie di rimescolare le carte e imposta una partita tutta di bullpen, in cui finirà per utilizzare nove pitcher, tra i quali solo Thompson arriverà a due riprese lanciate. Ad iniziare il match per Arizona sarà quindi Mantiply, ma il primo vero rischio lo correrà, nel secondo inning, il suo successore sul mound, Frias, salvato da Gurriel con una pazzesca presa al muro su una valida da extra base di Realmuto. Nella parte bassa del secondo, Arizona sblocca il match con l’rbi single di Rivera e l’ampia collaborazione della difesa dei Phillies, che colleziona due errori (Bohm e Sanchez) e un wild pitch ancora del partente ospite. Nel terzo attacco, Arizona allunga con un altro rbi single, stavolta di Moreno, contro l’asso Hoffman. La riscossa dei Phillies inizia nel quarto, grazie al solito Schwarber, che stampa il suo consueto solo homer da leadoff anomalo per il 2-1. Nel quinto l’aggancio è completo, con il 2-2 di Realmuto spinto a casa dal doppio di Marsh contro Saalfrank, e nel sesto Philly va addirittura in fuga, con la rimbalzante di Bohm a basi piene che trova però l’errore di tiro di Rivera, il terza base, a casa, che fa entrare due punti, per il 2-4. Nella parte alta del settimo, i Phillies sembrano portare definitivamente il match dalla loro parte, con Rojas che dapprima spara un triplo e poi vola a casa sulla volata di sacrificio firmata da Turner per il 2-5. A riaccendere il match ci pensano le indecisioni di Kerkering nella parte bassa del settimo: il pitcher di Philly, con due out e uomini agli angoli, concede una prima walk a Moreno, riempiendo le basi, e una seconda subito dopo a Walker, che forza quindi l’arrivo di Perdomo della terza a casa per il punto della speranza, 3-5. Speranza che si trasforma in delirio nell’attacco successivo, l’ottavo, quando i D’Backs pareggiano con il fuoricampo da due punti di Thomas (contro Kimbrel) e sorpassano con l’rbi single di Moreno contro Alvarado, per il 6-5 finale (ben salvato da Sewald al nono).
In pochi avrebbero scommesso sulla rimonta di Arizona, dopo le due scoppole rimediate a Philadelphia nelle prime due partite della serie. Invece va dato grande onore al merito di questi tenacissimi Diamondbacks, capaci di rimettersi in corsa per giocarsi, stanotte, addirittura la chance di portarsi, vincendo gara 5, a un passo dalle World Series. Quanto a Philadelphia, non si può certo definire in crisi una squadra che perde due partite con un solo punto di scarto, ma questo poco conta, nell’economia generale di questa finale di National. La partita di stanotte è un crocevia decisivo anche per loro, tant’è che con ogni probabilità schiereranno sul mound il loro miglior pitcher, Zack Wheeler, per evitare a tutti i costi uno sweep dalle conseguenze imprevedibili.
Gianluca Puzzo – SportOne
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