Ex Penicillina, nuovo sgombero: soccorsa una donna priva di sensi
Nuovo sgombero nell’ex fabbrica di Penicillina in via Tiburtina. Soccorsa una donna italiana di 30 anni priva di sensi e sotto effetto di droghe. Identificati 32 occupanti.
Ex Penicillina, nuovo sgombero: soccorsa una donna priva di sensi
Un ambiente squallido, degradato e pericoloso: si presenta così l’area dell’ex Penicillina sulla via Tiburtina a Roma dove nella tarda mattinata di oggi, gli agenti del distretto San Basilio, hanno svolto un ultimo sopralluogo dopo lo sgombero ultimato ore prima. L’ultimo controllo nell’area comincia dopo la partenza dell’ultimo mezzo della polizia che trasporta negli uffici gli ultimi occupanti abusivi.
Un occupante tenta la fuga aggrappandosi a un camion
Lo sgombero è iniziato poco dopo le 8 ed è terminato alle 10:30 circa, non senza problemi o momenti di tensione, soprattutto quando un cittadino straniero ha tentato la fuga sulla Tiburtina aggrappandosi ai mezzi in transito ma venendo fermato e arrestato.
Soccorsa l’unica donna italiana, incosciente e sotto effetto di droghe
Poteva essere un altro caso come quello di Desirée Mariottini, quello che la polizia ha affrontato nel corso dello sgombero. Gli agenti hanno soccorso una ragazza di 30 anni italiana, trovata sotto effetto di droga e quasi priva di coscienza. La 30enne, a quanto sembra, l’unica italiana tra i 32 cittadini stranieri identificati, è stata soccorsa dagli agenti del distaccamento di San Basilio diretto dalla dirigente Isea Ambroselli e portata in ambulanza in ospedale al Pertini. Gli investigatori stanno indagando per capire se qualcuno possa essersi approfittato di lei.
La struttura nel degrado
Il sopralluogo ha permesso di capire cosa è diventata quella che un tempo era una delle più importanti aziende farmaceutiche del Paese. Tra muri pericolanti, finestre senza infissi, o ingressi senza porte, gli occupanti avevano tentato inutilmente di ricreare qualcosa che somigliasse ad una casa.
I giacigli di fortuna sono stati ricavati negli angoli più protetti, dietro a finestre coperte con tavole di legno, in stanze che hanno per porta uno straccio. I letti sono spesso vecchi divani impolverati o materassi gettati a terra, magari vicino a delle biciclette. Mezzi che andavano sorvegliati anche di notte per evitare che fossero rubati. Pentole su fornelli di fortuna spiegano il perché dei frequenti incendi che si sono sviluppati nel tempo nell’area.
Il concetto di igiene sembra non esistesse. Niente acqua corrente né energia elettrica; i bagni sono pozzette profonde circa un metro lasciate scoperchiate. Facile trovarle per via dell’odore. Scale senza ringhiere e muri pericolanti, il rischio crollo è sempre presente. Poca droga quella trovata nel corso dello sgombero, pare soltanto alcuni spinelli, ma i residenti raccontano di auto che arrivavano, parcheggiava davanti l’ingresso, qualcuno scendeva, entrava e poi riusciva per andare via in pochi minuti. Facile pensare ad uno spaccio al minuto. Portati via gli occupanti abusivi, resta soltanto lo squallore e le immondizie, quelle su cui, fino a poche ore fa, vivevano circa 32 disperati.
Il futuro incerto dell’ex fabbrica
Al termine delle operazioni di sgombero, la polizia e il curatore fallimentare dell’ex fabbrica hanno scoperto che gli occupanti entravano e uscivano attraverso un buco nella recinzione metallica del cancello principale. Un fabbro ha ripristinato l’ingresso e lo ha messo in sicurezza, chiudendo il passaggio. Ma i residenti temono nuove occupazioni, come è già avvenuto dopo gli sgomberi del 2018 e del 2021.
L’immobile è in vendita attraverso un procedimento fallimentare, ma le precedenti aste giudiziarie sono andate deserte. L’ex fabbrica ha un valore catastale di 30 milioni di euro, ma è fatiscente e ne occorrerebbero almeno 5 solo per abbatterlo.
La prima asta con prezzo base di 26 milioni di euro, non ha trovato acquirenti, così come le altre. A quella di dicembre si partirà quindi con una base di 16 milioni: è credibile, visti i precedenti, che anche la nuova chiamata vada deserta.
Nella successiva primavera, quando la base d’asta si abbasserà ulteriormente, però potrebbe aprirsi uno spiraglio. «La speranza è che entro l’estate 2024 si possa conoscere il nome del nuovo proprietario della struttura», spiega Leonardo Donnola, curatore fallimentare della struttura.
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