Milano sempre più ricca ma i giovani scappano e gli imprenditori si preoccupano

Milano segna la miglior performance economica dal 2019: +6% il Pil. Diminuisce al 5,4% la disoccupazione. Ma è anche, nel confronto internazionale, «la città più anziana» e nel 2031 sarà anche «la città meno giovane». Sono alcuni dei dati emersi dalla terza edizione di «Your Next Milano», presentata da Assolombarda e Milano & Partners per un confronto sulla città e sulle sue performance a livello internazionale nel confronto con altre aree urbane, oggi a palazzo Marino. Nell’analisi, Milano viene confrontata a livello internazionale con dieci città, quali Amsterdam, Barcellona, Berlino, Londra, Monaco, Parigi, Chicago, New York, San Francisco e Tokyo. Nel merito, vengono approfonditi i centri urbani da tre angolazioni differenti: percezione, attrattività, performance economica. In più, in questa edizione è presente un approfondimento sulla demografia. Sotto il profilo della performance economica, Milano registra in generale ottimi risultati. Nel 2022 rispetto al 2021, il valore aggiunto di Milano cresce del +4,5% annuo, variazione inferiore ad Amsterdam (+8,4%), Barcellona (+5,5%) e Berlino (+4,9%), ma superiore a New York (+3,2%), Parigi (+2,6%) e Monaco (+2,1%).
Come ha osservato il presidente di Assolombarda Alessandro Spada, il report fotografa «una Milano che negli ultimi anni è cresciuta molto. Tra le undici città prese come benchmark, è quella che è riuscita a crescere di più dal punto di vista economico». Ma emerge anche «la preoccupazione che è una Milano meno attrattiva per i giovani, ed è il dato su cui dobbiamo lavorare per dare alla città un futuro più brillante». A confronto con il periodo precedente l’avvento della pandemia, la ripresa economica registra significative differenze tra città. In questo ambito Milano segna la performance migliore tra i benchmark, con un incremento del +6% nel 2022 sul livello 2019, ben oltre il +1% registrato a livello nazionale. Tra i benchmark che sono riusciti a colmare il gap con il pre-Covid, seguono Berlino (+5,8%), Amsterdam (+5,3%), New York (+4,1%), Chicago (+3,5%) e, infine, Monaco (+1,1%). Barcellona e Parigi invece, non sono ancora tornate sul valore del 2019, distanti rispettivamente del -1,3% e -0,9%. Andamenti verso la stessa direzione, ma a ritmi divergenti, si osservano anche lato mercato del lavoro. Dopo un 2021 eterogeneo, che ha visto tassi di disoccupazione sia crescenti, sia stazionari, sia in diminuzione, nel 2022 l’indicatore cala per tutte le città considerate. Nonostante la discesa, tassi elevati permangono a Barcellona (9,7%) e Berlino (8,8%); a seguire troviamo il 5,7% di Parigi e il 5,4% di Milano, comunque in contrazione consistente dal 6,5% dell’anno precedente. Quanto all’attrattività turistica, il report evidenzia che nel 2022 Milano si posiziona ultima tra le città benchmark per numero di visitatori.
Milano la città più anziana
Infine, il rapporto esamina l’aspetto demografico. Nel confronto internazionale, Milano è già oggi «la città più anziana» rispetto ai dieci benchmark (24,4% l’incidenza degli over 65 sul totale popolazione) e nel 2031 sarà anche «la città meno giovane» (11,5% gli 0-14 anni). Partendo dalla situazione attuale, tra il 2011 e il 2023 la popolazione a Milano è aumentata del +7,5%, per un totale di 1 milione e 354 mila residenti. Questa crescita non è però riconducibile al saldo naturale, ovvero alla differenza tra nascite e decessi, che risulta negativo già da diversi anni e che si prevede tale anche in futuro. Inoltre, tra il 2010 e il 2022 il tasso di fecondità totale nella città metropolitana di Milano è passato da un valore di 1,56 figli per donna a 1,23. Tuttavia, se nel 2010 il tasso di fecondità era maggiore della media nazionale, nel 2022 è invece leggermente al di sotto; la crescita di Milano è quindi dovuta principalmente alla mobilità, sia dal resto d’Italia che dall’estero. Secondo l’Istat nel 2031 Milano avrà oltre 55 mila residenti in più rispetto al 2023, per una popolazione complessiva di 1 milione e 409 mila. In particolare, l’aumento sarà trainato dalle fasce 15-64 anni e, maggiormente, dagli over 65, che formeranno un quarto della popolazione residente. Alla luce di tutto ciò, diventa ancor più importante per Milano incrementare la capacità di attrarre giovani talenti dall’estero, così come trattenere quelli già presenti nel territorio. L’incidenza degli stranieri sul totale degli universitari a Milano è, infatti, meno della metà che a Parigi e Amsterdam, circa un terzo che a Berlino e Monaco di Baviera.
Emergenza caro affitti
Un tema quello della capacità attrattiva sui giovani, in particolari universitari, su cui è intervenuto anche il sindaco di Milano Beppe Sala: «In questo momento in maniera incontrovertibile, la questione degli affitti brevi è un tema Milano. A Milano, per capirci, abbiamo poco più di 100.000 appartamenti in affitto. Quando tu ne hai 23.000 che sono in affitto breve, io che sono nato e cresciuto in una cultura dell’iniziativa privata tendente a essere liberista, dico non mi sta bene politicamente. Ti rispetto se tu hai un secondo appartamento che hai comprato con risparmi, ma se tu ritieni di potere accumulare appartamenti, comprare intere palazzine, togliere le disponibilità delle città e mettere solo gli affitti brevi, mi spiace. E la libera iniziativa? Ok. Ma la politica fa un mestiere diverso. Nella culla del liberismo, che è New York, tu puoi affittare solo il tuo personale appartamento dove vivi, nel momento in cui sei in vacanza altrove. Nella culla del liberismo, quindi, è il momento del coraggio della politica. È il momento di affrontare queste cose in maniera delicata»-
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