Stati Uniti, c’è l’accordo per evitare lo shutdown
Gli Stati Uniti evitano lo shutdown, almeno per ora. La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha votato a favore della proposta presentata dallo speaker, Kevin McCarthy, che rinvia lo shutdown di 45 giorni, concedendo una nuova finestra di tempo per le trattative. La legge è passata con 335 voti a favore e 91 contrati. Al Senato, 88 voti a favore e 9 contrari. Evitato lo stop ai fondi alle agenzie governative, l’esercizio provvisorio per ora è scongiurato.
Camera è Senato hanno approvato la risoluzione di spesa a breve termine di 45 giorni, che include aiuti in caso di catastrofi naturali, ma non finanziamenti aggiuntivi per l’Ucraina o la sicurezza delle frontiere.
Che cos’è lo shutdown, cosa succede
La parola, diventata ormai familiare nel gergo politico americano, si riferisce alla chiusura, al blocco delle attività del governo dovuto alla mancata approvazione delle diverse leggi di spesa che formano il bilancio Usa entro il primo ottobre, inizio del nuovo anno fiscale.
Se si arriva alla scadenza senza questa approvazione, il governo americano è costretto a chiudere interamente o parzialmente la sua attività, dipende da quante leggi di spesa siano state approvate. Solitamente il Congresso, per evitare di arrivare a questo punto, passa una “continuing resolution”, il corrispettivo del nostro esercizio provvisorio che permette di mantenere finanziate e funzionanti le agenzie federali fino a quando non verrà approvato il bilancio.
Quindi con lo shutdown il governo federale è tenuto a fermare tutte le attività non essenziali fino a quando non saranno approvate le leggi di spesa. Ciascuna agenzia federale deve decidere quale siano le proprie attività essenziali, anche il Congresso dovrà decidere per il proprio staff. Le eccezioni previste dall’ Antideficiency Act, sono tre: il governo potrà continuare a finanziare le operazioni per proteggere le vite umane e la proprietà e mantenere al lavoro tutti i funzionari coinvolti nel processo costituzionale, vale a dire il presidente, il suo staff e i membri del Congresso.
Infine, sono considerati essenziali tutti i militari, molti agenti delle forze dell’ordine federali e i dipendenti degli ospedali finanziati dal governo federale. Insieme ovviamente ai controllori del traffico e agenti della Transportation Security Administration.
Il fatto è che questi dipendenti federali pur continuando a lavorare durante lo shutdown non sarebbero pagati, ma riceverebbero lo stipendio solo una volta che sarà concluso. I dipendenti considerati non essenziali verrebbero messi in congedo senza paga, anche se una legge approvata nel 2019, dopo l’ultimo shutdown, assicurerebbe anche a loro di essere pagati una volta finito il blocco.
Il mancato accordo
Il governo era arrivato vicinissimo a chiudere perché nei mesi scorsi il Congresso non era riuscito a trovare un accordo sulle 12 leggi con cui finanziare il successivo anno fiscale, dal 1° ottobre al 30 settembre 2024. Nell’ordinamento americano è il Congresso che approva le leggi per finanziare le attività del governo, ed è lo speaker della Camera che deve occuparsi di trovare un accordo.
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