Al via il “patto tricolore” con il trimestre anti inflazione, Meloni: “L’Italia si tiene per mano”
«Il segnale più bello che diamo oggi ai cittadini è che nei momenti di difficoltà questa nazione è ancora in grado di tenersi per mano. È in grado di lavorare insieme come una comunità per lo stesso obiettivo e di capire che non c’è provvedimento, governo, persona che possa davvero risolvere i problemi se poi la nazione non ti dà un mano». Lo ha detto a Palazzo Chigi la presidente del Consiglio, Giorgia Maloni, alla cerimonia di avvio del trimestre anti inflazione, il cosiddetto “patto tricolore” siglato tra governo e mondo produttivo per calmierare i prezzi sui principali beni di largo consumo. «Penso che sia la prima volta che tutta la filiera firma un patto con il governo per aiutare le famiglie, particolarmente quelle in difficoltà – ha aggiunto la premier Meloni – è un’iniziativa che mi rende particolarmente orgogliosa». Meloni ha ringraziato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida e le associazioni della distribuzione, del commercio e dell’industria del largo consumo che hanno sottoscritto l’intesa. L’accordo prevede tre mesi di sperimentazione per calmierare i prezzi, «io sono ottimista, poi lavoreremo per prolungare» i tempi, ha sottolineato la presidente del Consiglio: «Abbiamo cercato di sostenere le famiglie, concentrando l’attenzione sui reddito medio-bassi».
Trimestre anti inflazione
La riconoscibilità dei prodotti scontati o a prezzi fissi sarà garantita da un bollino tricolore del Governo con la scritta “trimestre anti inflazione” e anche gli esercizi che aderiranno all’iniziativa saranno riconoscibili con un’apposita vetrofania con il logo. Gli operatori che aderiscono all’accordo compariranno sul sito web del Mimit. Tra l’altro, se un prodotto selezionato non fosse più disponibile, gli operatori saranno tenuti a sostituirlo con un altro appartenente alla stessa categoria. Beni di prima necessità alimentari ma non solo, come pasta, latte Uht, biscotti, uova, pannolini, pelati, olio, saponi per la casa e per le persone. Dovrebbero essere questi in linea di massima i prodotti compresi nel paniere e, secondo quanto si apprende, non ci saranno i prodotti freschissimi come ortofrutta e carne. Il trimestre anti inflazione si applicherà genericamente ad una «selezione di articoli rientranti nel cosiddetto “carrello della spesa” e di prima necessità, nel rispetto della libertà di impresa e delle strategie di mercato delle singole aziende che aderiranno all’iniziativa». Dunque, non c’è un elenco dettagliato. Il paniere su cui applicare prezzi calmierati «viene definito da ciascuna impresa distributiva anche sulla base del concreto supporto delle imprese delle filiere, ricomprendendo quanto più possibile prodotti di prima necessità alimentari e non, ad esclusione degli alcolici».
Fuori ortofrutta, carne e alcolici
Il trimestre anti inflazione è «uno sforzo corale, per la prima volta la squadra Italia gioca insieme con tutte le sue componenti. Non era mai accaduto che agisse in modo così coeso – ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso – è un passo decisivo nella strategia che il governo si è dato sin da inizio legislatura. L’obiettivo è proseguire con un confronto continuativo sulle problematiche della filiera attraverso il tavolo permanente». Il patto «è un mezzo per cercare di tenere unita la nazione – ha aggiunto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida – il governo lavora insisme e in sintonia senza contrapposizioni e senza creare difficoltà ai cittadini, è un meccanismo che porta risultati vincenti. Soprattutto se le filiere riusciranno a sostenere l’organizzazione del sistema perchè non tutte hanno la stessa forza contrattuale».
Consumatori fuori dal patto
«Il patto anti inflazione del governo rischia di essere un flop e di non apportare reali benefici alle famiglie». Lo afferma il Codacons, che evidenzia le bassissime adesioni all’accordo presentato dalla premier Meloni. «Le adesioni da parte dei commercianti al dettaglio sono ancora bassissime rispetto al numero di esercizi esistenti in Italia: in base ai numeri forniti oggi appena 1.400 negozianti sui 740 mila delle principali organizzazioni di categoria (Confcommercio e Confesercenti) – spiega il Codacons – anche da parte della distribuzione si registra una accoglienza fredda e al di sotto delle aspettative, ma soprattutto a pochi giorni dall’avvio del paniere nessuno sa quali prodotti saranno inseriti al suo interno e soprattutto l’entità degli sconti. I consumatori sono stati tenuti del tutto fuori dal patto, e nulla si dice circa i controlli sul rispetto dell’accordo che la logica vorrebbe fossero attribuiti alle associazioni dei consumatori. L’industria, poi, non ha preso alcun impegno concreto, limitandosi alla promessa di rivolgere un invito generico ai propri associati affinchè aderiscano al paniere, scegliendo però in totale autonomia i prodotti da scontare e l’entità dei ribassi». «Uno spettacolo scadente – rincara Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – un patto senza obblighi, in cui ci si appella al buon cuore di chi lo ha sottoscritto, perchè diventi più buono. Un fioretto in previsione del prossimo Natale. Una presa in giro per le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese».
“Ci siamo già impegnati”
«È importante rilanciare i consumi alimentari in una situazione in cui a causa dell’aumento dei prezzi le famiglie hanno tagliato di quasi il 5% le quantità di cibo e bevande acquistate nel 2023», hanno commentato il segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo e l’Ad di Filiera Italia Luigi Scordamaglia. «Per le aziende della distribuzione si può oramai parlare di “biennio anti inflazione”: l’impegno del prossimo trimestre, durante il quale le nostre imprese potenzieranno l’offerta di risparmio per milioni di italiani, si aggiunge infatti a tutto lo sforzo messo in campo negli ultimi 18 mesi per rallentare l’aumento dei prezzi al consumo», ha precisato il presidente di Federdistribuzione, Carlo Alberto Buttarelli. In occasione del patto per il trimestre anti inflazione, aggiunge, «ci saranno alcune iniziative che bloccheranno i prezzi, altre li andranno a ridurre quindi ci sarà un effetto combinato». «Noi rappresentiamo un mondo che dal 2008 ha perso qualcosa come 222.000 imprese e nonostante questo l’artigianato italiano è oggi qui con senso di grande responsabilità. Noi svolgeremo il nostro ruolo in questa iniziativa in aiuto del nostro paese. Ogni azienda avrà libertà di aderire o meno», ha sottolineato Dario Costantini.
L’adesione di Despar e Coop
Despar Italia, la società consortile che riunisce sotto il marchio Despar sei aziende della distribuzione alimentare e negozianti affiliati, ha fatto sapere di aver aderito tramite Federdistribuzione al trimestre anti inflazione «per difendere il carrello della spesa dagli effetti dell’inflazione attraverso l’introduzione di prezzi bloccati su un paniere di prodotti di prima necessità». Anche Coop precisa che in occasione del patto per il trimestre anti inflazione metterà «molte centinaia di prodotti a prezzi ribassati, molte migliaia di prodotti a prezzi bloccati, poi ci saranno iniziative particolari nel corso di tutto il trimestre che si aggiungono a quelle che già facevamo, perchè avevamo messo in moto dei meccanismi per cercare di tutelare il potere d’acquisto delle persone così colpite in questa fase di inflazione», ha detto Marco Pedroni presidente di Coop.
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